giovedì 19 novembre 2020

 GALDI - 18 novembre 2020 

Esco di casa…scendo di qua…salgo di la… 
ridiscendo ancora…risalgo ancora…arrivo a…


Sulla sommità del
monte Poren di Berbenno, a cavalcioni tra la Valle Imagna e la Val Brembilla, si erge una chiesa: San Pietro, detto comunemente "San Piro", che dal punto di vista architettonico è considerata la chiesa più antica della Valle Imagna. Parte dell’edificio risale al secolo XIV: un’indicazione del periodo è data dall’analisi di un affresco posto sulla parete interna dove sono raffigurati SS. Pietro e Paolo, databile agli ultimi decenni del Trecento. Informazioni su come la chiesa era originariamente, si possono ricavare dai verbali risalenti al 1538. Essa era abbastanza ampia, poco ornata e orientata secondo la tradizione medievale: l’altare, di fronte alla porta maggiore, era posto a est e l’entrata principale si trovava a ovest. C’era un presbiterio con abside semicircolare illuminato da una finestra. In più, era caratterizzata da un soffitto in piöde, il pavimento lastricato di pietre e, fuori dalla chiesa e oggi scomparsa, era presente una cappella con un altare edificato in onore di S. Maria Maddalena, dotata di copertura a volta e chiusa sul davanti con una grata di ferro. Presenta al suo interno una sola navata. Conserva affreschi del 1300-1400, una tela di Andrea Previtali e una di Pietro Ronzelli del 1611.








A pochi passi di distanza si trova il campanile con due campane udibili da entrambe le vallate. Originariamente, presentava una sola campana e doveva avere funzioni militari: solo in seguito è stato convertito a scopo religioso. Il sagrato, circondato da muri di sostegno, serviva da cimitero per i morti della peste di S. Carlo. A fine 1600 la chiesa fu oggetto della ristrutturazione che le ha dato l’aspetto dei giorni nostri e che distrusse gran parte delle strutture originarie. Lo stesso trattamento venne riservato nel 1724 al campanile, con il suo completo rifacimento a causa delle sue condizioni precarie.
I berbennesi, durante ogni Lunedì di Pasqua, si riunivano per far rotolare giù dalla collina le uova sode tinte di colori festosi. Oggi, invece, le uova sono nascoste e adulti e bambini si riuniscono per giocare a questa caccia al tesoro.








…scendo di la…







continuo a scendere di la…arrivo a…

Partiamo con ordine: cosa è il Sacro Graal? Secondo la leggenda si tratta della coppa con la quale Gesù celebrò l'Ultima Cena e nella quale fu poi conservato il suo sangue dopo la crocifissione. Una testimonianza storica e cristiana ufficialmente mai ritrovata, ma legata a stretto filo con quella dei Cavalieri Templari, spesso indicati nel corso della storia come coloro che per primi la trovarono e poi la nascosero nuovamente. Ma cosa ha a che fare il Sacro Graal in la Valle Imagna? Si trova su una casa torre, in località Roncaglia, questa minuscola finestra, la cui sommità è chiusa da una curiosa pietra triangolare, nel luogo della chiave di volta. Risale al XII secolo, all’origine della contrada, una delle più antiche della valle, e forse è ancora precedente. Al centro della pietra triangolare troviamo incisa una croce greca. In fondo al braccio sinistro della croce è disegnato un contenitore e due gocce che cadono. Quel “bicchiere” che raccoglie le gocce che scendono dalla croce, altro non è che la versione semplice, montanara direi, del Sacro Graal. Questo significa che fin quassù, in questo mondo rurale, la leggenda della coppa che raccolse il sangue di Gesù, era arrivata. Chi ha scolpito il Graal su quella pietra? Per quale ragione? Alcuni particolari della casa torre rimandano a elementi di stile carolingio, epoca in cui la leggenda del Graal conobbe una forte espansione. La contrada ospitava una decina di famiglie. Era un luogo rurale, ma anche una sorta di fortezza. La gente viveva soprattutto di latte, castagne, segale, animali da cortile, uova. Le case erano in pietra e le stalle dovevano avere la copertura in paglia o in frascame. Le case avevano un unico ingresso che portava alla cucina dotata di camino; quell'ingresso serviva anche la stalla. Animali e uomini entravano dalla stessa porta. Al primo piano stavano le camere ed era il luogo dove si essiccavano le castagne. Nel XV secolo appaiono i Roncalli Quattrini, il casato di Papa Giovanni XXIII. Ma prima? Certi elementi architettonici che si riscontrano nella casa torre possono essere definiti altomedievali o carolingi? E quindi il riferimento al Sacro Graal a che epoca potrebbe risalire? E perché qui? Le domande sono tante. Anche la decorazione delle pietre della finestrella è enigmatica. Che cosa indicano quelle linee oblique? Sembrerebbero raggi che partono dal crocefisso. E, guarda caso, finestra e crocefisso guardano a sud, il punto dove il sole lungo la giornata tocca il suo massimo splendore. Che sia dunque una testimonianza del passaggio del leggendario Ordine dei Templari? 







…scendo ancora…arrivo a casa.















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