sabato 14 gennaio 2023


Oggi, domani… una città fantasma. Ieri… doveva essere l’ambizioso progetto di un eccentrico industriale brianzolo, il Conte Mario Bagno che, nel 1962, voleva trasformare questo il piccolo borgo di Consonno, immerso tra il verde di prati e colline, nella mecca da gioco e della perdizione. Via tutti gli abitanti, circa trecento, giù i pochi edifici: un gruppo di case raggruppate attorno alla chiesa, il comune, l’osteria, l’unica bottega del paese. Largo alle slot machine. Il progetto prevedeva la costruzione di edifici dalle forme più strambe, una galleria commerciale arabeggiante con minareto, una pagoda cinese, un castello medievale, una balera, fontane multipiano e un hotel di lusso. L’imprenditore, però, non aveva fatto i conti con la natura che, nel 1976, con una frana, isolò Consonno dal resto del mondo. Fu così che l’ex antico borgo che sognava di diventare la Las Vegas della Brianza si trasformò in una città fantasma. Questa, in poche parole, è la storia di Consonno, una cittadina sul Monte di Brianza, frazione del Comune di Olginate (Lecco) di cui resta solo la chiesa di San Maurizio (struttura cinquecentesca, portico del Settecento, ampliata e decorata nell’Ottocento), con l’annessa casa del cappellano. L’atmosfera che si respira è surreale, le strane costruzioni e la vegetazione spontanea invadono gli edifici mai completati e gli archi arrugginiti. Regno incontrastato dei writers o graffittari: non rimane un metro di muro libero, sia esternamente che internamente, dalle loro opere (alcune, a dir la verità, non sono niente male!). Il fascino di Consonno è anche questo: gli appassionati di archeologia industriale dovrebbero vederlo almeno una volta. Beh! Anche noi curiosi…


































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