lunedì 14 agosto 2023

 GALDI, semper 'n gir
13 agosto 2023

“Chi non sa non soffre e chi non ricorda non ha colpe”. 

Io, che non mi faccio la barba neanche quando vado all’Azzoni, mi merito …un buon pranzo dal Berizzi (Rifugio Grande Faggio): polenta e coniglio, crostatina alla pesca, … Ma, a pensarci bene, …è stato un giorno di gloria e di storia per il vecchio monte Resegone, quello dell'ultima domenica di agosto del 1925, quando fu inaugurata sulla vetta la grande croce giubilare. Sono passati quasi 100 anni. Fu un avvenimento di risonanza nazionale, con la salita in vetta dell'arcivescovo di Milano cardinale Eugenio Tosi. L'avvenimento ebbe la pagina illustrata a colori sulla allora conosciutissima Domenica del Corriere. Il monte Resegone vide un'eccezionale partecipazione popolare. Nella notte di vigilia, alla luce di fiaccole, salirono da ogni versante per trovare posto intorno alla croce, presso il rifugio Diana, che divenne poi Azzoni, centinaia di escursionisti. Il cardinale Tosi era giunto su una portantina con i giovani di Morterone che si davano turni di cambio intorno alle stanghe di frassino fra migliaia di escursionisti festanti. La storia ebbe inizio …quando si decise per la posa di una struttura in ferro, trasportata a pezzi e assemblata sulla cima della montagna. Alta dieci metri e larga cinque, fu inaugurata nell’agosto del 1900, alla presenza di ben cinquecento persone. Poco meno di due anni dopo, la mattina del marzo 1902, la croce non c’era più, divelta dai forti venti che spazzavano la cima della montagna. Lecchesi, milanesi e bergamaschi dovranno attendere ben 23 anni. Nel maggio 1925, dopo l’approvazione del cardinale Eugenio Tosi, si chiese la posa di una nuova croce sulla vetta della montagna manzoniana, opera che si concluse nell’agosto dello stesso anno. E' stata necessaria una massicciata con 12 quintali di cemento per fissare sulla roccia il solido basamento della croce. Il vicino Rifugio Azzoni risale al 1900, anno che lo vedeva come ricovero per cacciatori e pastori. L'edificio in quegli anni era di proprietà dell'ingegnere Enrico Daina di Valtorta, che ne sistemò il tetto e le mura in modo da renderlo utilizzabile dagli escursionisti. Alla sua morte, avvenuta nel 1923, venne acquistato dalla Società Escursionisti Lecchesi e fu a lui intitolato. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale fu distrutto dalle truppe nazifasciste (così come le altre strutture della zona) per togliere ai partigiani delle possibili basi d’appoggio. A fine conflitto venne iniziata la costruzione del nuovo rifugio, poco più in basso rispetto alla cima della montagna. Negli anni Cinquanta la Società dedicò la capanna a Luigi Azzoni, consigliere e cassiere della stessa, figura centrale tra i protagonisti della sua ricostruzione.































Buon Ferragosto!

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