lunedì 29 aprile 2024

 Galdino e
gli amici della UOEI
 LA ROCCA d'ANFO *

Quattro chirurghi discutono dei pazienti più facili da operare. Il primo dice: ”I matematici, perché hanno tutti gli organi numerati!”. Il secondo preferisce gli elettricisti: “Tutti gli organi sono codificati in vari colori”. Il terzo sceglie i bibliotecari: ”Hanno gli organi classificati in ordine alfabetico”. Il più anziano sorride. “Macché, i migliori sono i politici: non hanno cuore né cervello né spina dorsale, ma soprattutto la faccia e il culo sono intercambiabili”.
Marco Travaglio, “Saldi di fine stagione” in “Il fatto Quotidiano”, 26 aprile 2024.
 
La Sezione Meteorologica della U.O.E.I. ha dato il suo okay. Indosso la maglia termica attillata, sotto la quale si scorgono bicipiti da culturista (!), tricipiti da lottatore (!!), pettorali da nuotatore (!!!) e parto anch’io alla conquista di ogni spazio da scoprire, di ogni scrigno di aneddoti, di ogni segreto da svelare!
Compagnia, at...tentii!”.
Siamo a pochi passi dal Lago di Garda, esattamente alla Rocca d’Anfo, la fortezza napoleonica più grande d’Italia, un imponente struttura difensiva mai espugnata. E’ un enorme complesso militare arroccato sulle montagne che sovrastano il Lago d’Idro con una posizione molto panoramica...
“Rip…osoo!”.
Ci dividiamo in due plotoni e seguiamo la sua storia grazie ai racconti di Ettore, il nostro cicerone del luogo. Il fiato è poco, perciò una breve sintesi. La Repubblica di Venezia dominò sulla Rocca dalla metà del 1400. Le  mura Venete, partendo dal lago, si snodano lungo tutto il versante della montagna proteggendo le scalinate che salgono il crinale. La Rocca diventò passaggio obbligato delle merci e fortificazione del confine dello Stato. Nel 10798 Napoleone Bonaparte, formata la Repubblica Cisalpina, volle rendere la Rocca una fortificazione di difesa militare capace di resistere per un mese ad ogni assalto nemico con una guarnigione di 400 uomini. Venne così edificata la Fortezza Napoleonica incastonata lungo il pendio della montagna, nascosta dallo sguardo nemico. QAl culmine della struttura spicca l’Osservatorio, torre di controllo della valle e temibile postazione ove disporre i cannoni, fuori dalla gittata delle armi nemiche. La Rocca perse la sua importanza strategica durante il successivo dominio austriaco per riacquistarla con l’Unità d’Italia. Nel 1866 funse da base di attacco dei “garigaldini” in Trentino e qui Giuseppe Garibaldi pose il suo quartiere generale. Per controllare il confine con l’Impero Austro-Ungarico, venne eretto il Palazzo del Comando, ora denominato Caserma Zanardelli, e con essa le varie batterie Statuto, Belvedere, Rolando e Tirolo. 
“At…tentii!”.
Per poter raggiungere l’Osservatorio, il punto più alto della Rocca, c’è ancora una scalinata di circa 400 gradini. Non li ho contati, ma dalla lunghezza della mia lingua in fuori, dovrebbero esserci tutti, anzi... Gran bel giro con un totale di circa 1700 gradini, sia in salita che in discesa, caratterizzati da alcune forti pendenze. 
Present’…armm!”.
Le cartilagini delle ginocchia hanno retto.
 ...tutto il resto è noia, no non ho detto gioia...












































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