venerdì 24 giugno 2016

20 giugno 2016
Al centro del mondo per 16 giorni e 16 notti.
 Dal 18 giugno al 3 luglio si potrà salire sulla passerella da Sulzano a Monte Isola e da lì all’isoletta di San Paolo.
Opera d’arte temporanea, ma cambia la storia del Lago d’Iseo.
Viene da lontano la passerella dei sogni. Dal sogno di due artisti fusi in uno (o da uno fatto in due). Erano gli anni ’60, New York, dove da Parigi erano volati insieme Christo Vladimirov Yavachev e Jeanne-Claude Marie Denat, nati lo steso giorno lui in Bulgaria e lei in Marocco il 13 giugno 1935 “ma da due madri diverse…” diceva sempre lei!
Basta guardarla adesso la passerella. Dal lago, dalle montagne in cui è raccolto, dal cielo, dalle rive, mentre ci affonda negli occhi: è un sogno, a cui (non) ci stiamo abituando. Un sogno che diventa realtà ma che non sarà mai definitivamente realtà, perchè è un’opera d’arte. 
Non sarà mai un collegamento di cose, plastica, acciaio, corde, viti, tiranti, un tessuto strano di un colore che spezza il colore del lago. Non è per niente la somma di tutto questo. La passerella dei sogni è altro. Tutt’altro. E’ una visione. E’ un’altra prospettiva che cambia la realtà di un territorio e della sua comunità.
Adesso c’è e non passerà. Mai, nemmeno quando il 4 luglio pian piano cominceranno a smontarla e tutti i suoi componenti torneranno ad essere, soltanto, singoli pezzi. Alcuni addirittura cambieranno forma, come i blocchi di polietilene che ne costituiscono l’ossatura. Verranno rifusi e riciclati. Cosa resterà di tutte queste cose? Niente. E anche questo è stupefacente. Difficile ragionarci.
Per la passerella dei sogni Christo spende di tasca sua 15 milioni di euro. Così, perché questa cosa gli piace. Questa cosa senza alcuna utilità gli piace. E basta. Gli piace, sogna di farla da quasi 50 anni quando immaginavano di camminare sull’acqua lui e Jeanne-Claude (che non c’è più dal 2009, ma che c’è in ogni sua parola). Christo vuole vedere l’effetto che fa, anche a tutti noi. Solo questo. Incomprensibile? Assolutamente sì. Ed è qui il bello. Qui lo “scandalo” e la meraviglia. Il senso dell’arte. Se ci va.
Così da sabato 18 giugno nel Lago d’Iseo si potrà salire su questi pontili galleggianti che per 16 giorni e 16 notti ci consentiranno di camminare sull’acqua da Sulzano a Monte Isola e da Monte Isola all’isoletta di San Paolo, andata e ritorno: 4,5 chilometri, affondando nel giallo dalia tra le onde a 35 centimetri sull’azzurro delle onde.
Dopo mezzo secolo di attesa, il tempo della passerella si stringe a due anni fa. Christo era in Svizzera. Racconta che era in auto da Basile a Stoccarda e ha pensato che fosse l’ora di realizzare un altro sogno. The Floating Piers. I pontili galleggianti. Ci voleva un lago. Christo viene in Italia a passa in rassegna il Nord. E’ maggio 2014: il tempo della passerella coagula.
Sul Sebino è arrivata la sua ora. Christo si innamora di questo posto fatto di acqua, di terra, di un’isola con due sentinelle (i due isolotti). Di un lago che fino ad un decennio fa non era nemmeno sulle cartine del meteo regionale della Rai. Un luogo romantico e discosto.
Il tempo della passerella coagula e accelera. Il 22 aprile 2015 al Maxxi di Zaha Hadid, a Roma, il progetto viene presentato al pianeta. Il celeberrimo artista con quel nome strano stavolta avrebbe lavorato sul Lago d’Iseo. Iseo? Si saranno guardati un po’ così’ a Roma i corrispondenti del Times o del New York Times. Iseo chi?
Adesso lo sanno tutti dov’è il Lago d’Iseo. E lo sappiamo un po’ di più anche noi che da sabato potremmo camminarci sopra, con noi qualche centinaia di migliaia di forestieri che si annunciano da mezzo pianeta. Non ci sarà un’inaugurazione, Christo non vuole un taglio nel tempo, non un prima e un dopo. Semplicemente a un certo punto sabato a una certa ora si potrà salire. E poi vedremo l’effetto che fa…
Dopo 16 giorni e 16 notti, dopo il tempo della meraviglia, insieme ai blocchi di polietilene se ne andranno pian piano tutti quanti, scompariranno e dopo questo verrà l’inverno. Il tempo tornerà a rallentare e il Sebino ripiegherà nella sua quieta solitudine. Solo nostro, almeno per un po’, questo angolo di acqua e cielo, così romantico, così discosto.
“The Floating Piers” scomparirà. E la passerella dei sogni? No, quella no. Mai. Quella avrà cambiato la nostra terra e probabilmente anche la nostra storia. Resterà qui. Sul lago. Con noi. Per sempre.
Dal “Giornale di Brescia”

  • 220.000 cubi di polietilene ad alta densità creano i 3 chilometri di The Floating Piers
  • 220.000 perni tengono insieme i cubi
  • 200 ancore del peso di 5.5 tonnellate l'una mantengono i 16 metri di larghezza del pontile in posizione
  • 37.000 metri di corda connettono gli ancoraggi al pontile
  • 70.000 metriquadrati di feltro ricoprono i pontili e le strade al di sotto del tessuto
  • 100.000 metriquadrati di tessuto giallo cangiante coprono i 3 chilometri di pontile e  i 2.5 chilometri di strada
  • 2.7 milioni di litri d'acqua riempiono le sponde inclinate

Nessun commento:

Posta un commento