lunedì 13 febbraio 2017

12 febbraio 2017
Pre-escursione alla
magnifico Santuario del veronese.

E’ la meta ideale per chi desidera unire momenti di preghiera e serenità interiore 
a occasioni per rilassarsi e godere in tutta tranquillità degli spettacoli
 che la natura può offrire in questo luogo incantevole. 
Il Santuario della Madonna della Corona, a mt. 774 sul mare, è uno dei più caratteristici, sia per l’originalità del paesaggio che lo circonda, sia anche per la sua storia. Viene detto “della Corona” a motivo della corona dei monti che lo circondano.
E’ costruito su un angusto spiazzo naturale che si trova in parte sporgente ed in parte incavato su di una parete di roccia cruda a picco sulla valle dell’Adige, e che si drizza sull’abisso per circa 400 metri. Ai lati stanno due dossi di monti, che si sporgono per un buon tratto in avanti ora rocciosi, ora alberati, costituenti un’ imponente anfiteatro naturale. A mezzo di questa dirupa parete rocciosa si trova una chiesa che sembra aggrappata alla roccia come un nido d’aquila.
Viene naturale chiedersi: come mai un Santuario lassù? Quale fatto può aver motivato la determinazione di confrontarsi così con la roccia, ad attaccarsi ad essa?
E’ cosa risaputa che nel Medio Evo la natura selvaggia attirò animi desiderosi e bramosi di solitudine, e che gli eremitaggi sorsero nei luoghi più impervi, mai però come questa roccia a picco. Perché fu scelto proprio questo luogo così inaccessibile?
La primitiva chiesetta santuario era di modeste dimensioni situata ad alcuni metri sotto il livello dell’attuale, copriva una superficie poco più larga di una stanza. Questa cappella fu inaugurata nel 1530 dopo la famosa storica visita alla Corona del Vescovo di Verona, Mons. Gian Matteo Giberti, avvenuta il 10 maggio 1530.
A partire da quel tempo si susseguirono numerosi interventi per ricavare in questo luogo molto ristretto e difficile da raggiungersi, un ambiente adatto (una chiesa Santuario) ad accogliere i pellegrini che sempre più numerosi sono accorsi per onorare la famosa Pietà, “Mater dolorosa”, Madonna Addolorata della Corona. Ognuna delle opere intraprese ha sempre richiesto interventi pazienti, audaci e protratti nel tempo. Fino al 1922, anno in cui fu inaugurata la Galleria, tutti i materiali e l’occorrente per costruire furono calati dalla sommità della soprastante parete rocciosa a mezzo di corde e funi regolamentate da un ingegnoso argano di legno a ruote dentate.
La Chiesa precedente l’attuale era del sec. XVII, fu iniziata nel 1625 e completata nel 1680, rimanendo così intatta fino al 1898 quando si provvide ad allungarla di circa 2 metri in avanti verso il piazzale. In quella circostanza la facciata completamente rifatta nel 1899 fu decorata di marmi di S. Ambrogio e assunse le linee neogotiche attuali. Nel 1928 furono dati alcuni ritocchi all’altare maggiore per migliorare la nicchia della Madonna, così il legno fu sostituito dal marmo.
Durante gli anni 1946-49 si mise mano ad un intervento di sfondamento dietro l’altare maggiore e sopra il presbiterio scavando in roccia. Il presbiterio divenne più ampio al di sotto di una cupola che raggiungeva gli 8 metri. La nicchia e l’altare furono completamente trasformati.
Il 20 gennaio nell’anno santo 1975 si diede inizio ai lavori per la realizzazione di un progetto di ristrutturazione e ampliamento riguardante tutta la fabbrica del Santuario in quanto le strutture portanti versavano in precarie condizioni.
Con il lavoro di alcuni anni si arrivò alla configurazione attuale. Il lavoro più lungo e delicato fu determinato dallo scavo in roccia per consentire l’ampliamento (da 220 mq. di superficie si passò a 600 mq): la lunghezza della chiesa è di mt. 30 e la larghezza di mt. 20, l’altezza della Cupola è di mt. 18).
Il nuovo Santuario fu consacrato il 4 giugno 1978 e il completamento della ristrutturazione fu portato a termine in occasione della visita apostolica del Papa Giovanni Paolo II il 17 aprile 1988.
L’interno della chiesa ora si presenta a forma di croce latina affiancata da due navate laterali, al centro della crociera è collocata l’area presbiterale. Sull’asse verticale si susseguono i segni liturgici più importanti: l’aula per l’assemblea, l’ambone, l’altare, la sede, il tabernacolo, la statua della Madonna; questi segni sono ben visibili e comprensibili a tutti fin dal primo sguardo.

Ma cosa trova il Pellegrino al Santuario?
La Via Crucis: le 15 Stazioni sono distribuite lungo la strada che dal piazzale della “Stella Alpina” (Spiazzi) va al Santuario.
La Via Matris: i 7 capitelli dedicati ai dolori della Beata Vergine Maria, iniziano dal Ponte del Tiglio e arrivano davanti al Santuario.
La Cappella delle Confessioni: si trova a metà della scalinata al piano sotto il Santuario. 
La Cappella dell’Adorazione: è un angolo silenzioso al termine della Scala Santa dedicato all’adorazione dell’Eucarestia.
Il Santuario: è il luogo Sacro riservato per la celebrazione dell’Eucaristia e alla venerazione della Beata Vergine Maria Addolorata. Al centro dell’abside è esposta la famosa statua della Madonna della Corona.
Il Fonte Battesimale: è il luogo per la rinnovazione delle promesse del Battesimo, si trova nel Santuario a sinistra dell’altare.
La fotografia della Sindone: è la riproduzione in negativo a grandezza naturale delle due parti facciale e dorsale della Sindone di Torino, è esposta nella navata sinistra del Santuario.
La rassegna “Mater Dolorosa”: è l’esposizione di 80 statue della Pietà, tra le più venerate nel mondo. Per accedere si passa sotto lo scalone del Santuario.
Il Sepolcreto degli Eremiti: è il luogo dedicato alla preghiera di suffragio per i defunti che attendono la resurrezione. Sono visibili in urne di vetro i resti mortali di alcuni eremiti, vissuti alla Corona. Per accedere si passa sotto lo scalone scendendo al piano sotto quello di arrivo.
La Scala Santa: coloro che sono venuti al Santuario della Corona prima del 1975 ricordano che all’esterno sulla fiancata sinistra dello scalone che porta alla Chiesa, si trovava la Scala Santa. Fu concessa come privilegio del Papa Leone XII nell’anno 1822, nel terzo centenario della vita del Santuario dedicato all’Addolorata. All’inizio la concessione di apertura ed esercizio della Scala Santa riguardava tempi determinati; dal 1910 in poi il Papa S.Pio X, che era stato illustre pellegrino al Santuario nel settembre del 1893, concesse che fosse aperta ed esercitata per tutto l’anno,venendo così assimilata in tutto a quella di Roma vicino alla Basilica di San Giovanni in Laterano, di cui ovviamente è una imitazione. E’ la scala che Gesù salì e discese più volte nel giorno in cui, rigandola con il suo sangue, fu flagellato, coronato di spine, e condannato alla morte di croce. Essa fu già nel palazzo occupato da Pilato a Gerusalemme, dove questi teneva il suo tribunale, o pretorio. Santa Elena nel 326 fece trasportare a Roma i 28 gradini della Scala. 
Al Santuario la Scala Santa è uno dei luoghi più ricercati, frequentati e venerati. Durante i lavori di ristrutturazione fu trasportata all’interno dell’edificio sacro e collocata (1991) a fianco della Cappella delle Confessioni, per caratterizzare e valorizzare maggiormente i suoi contenuti penitenziali. L’ingresso è segnalato a metà della parete sinistra della Cappella della riconciliazione da un portale con incise le parole “Scala Santa”. Sopra questo portale fa da cornice un grande arco in marmo con sculture ornamentali in rilievo, anticamente tale arco delimitava la parte più alta dell’altare maggiore del Santuario sopra la nicchia della Madonna.
Ci siamo inoltrati nello stupendo, silenzioso e selvaggio Vajo dell'Orsa,
tra brevi tratti leggermente esposti ma sicuri, accompagnati da un sole tiepido
e con il panorama sulle montagne circostanti piene di neve.
Che dirvi! Ci vediamo il 5 marzo?
Noo! Forse è meglio!!
da Elisa e Galdino

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