lunedì 7 maggio 2018

6 maggio 2018

Considerato uno tra gli edifici di culto più caratteristici di tutta Europa, un po' per la sua posizione a strapiombo, un po' per la mescolanza di stili architettonici che lo contraddistingue, il Santuario di San Romedio è una gemma preziosa incastonata tra rocce asprissime, un incredibile scrigno di storia, arte e spiritualità custodito con amore da una piccola comunità di frati francescani, un luogo di pace e di meditazione visitato ogni anno da centinaia di migliaia di fedeli.

Giorno di comunioni a Coredo

Impronte vuote di memoria

Il mio amico Mattone



Composto da ben cinque chiesette appollaiate l'una sull'altra e costruite in un arco temporale che va dall'anno 1000 al 1918 circa, il Santuario di San Romedio sorge in cima ad un ripido sperone roccioso ed è intitolato alla singolare figura di Romedio di Thaur, erede di una ricca famiglia bavarese vissuto tra IV e V secolo d.C. che, in seguito ad un pellegrinaggio a Roma, decise di donare tutti i suoi averi alla Chiesa e ritirarsi in eremitaggio, assieme ai due compagni Abramo e Davide, in una sperduta e solitaria grotta nel cuore dell'Alta Val di Non. 

Dietro di me un salto di 99 metri fino al torrente Verdes e il Rio Freddo










Ci sono pervenute diverse leggende su San Romedio, ma una delle più conosciute è sicuramente quella riguardante l'incontro tra il vecchio eremita ed un orso. 

Bruno, 300 kg. di allegria e 20 anni di saggezza


Si narra infatti che, sentendo avvicinarsi l'ora della sua morte, Romedio decise un giorno di recarsi a Trento per ricevere la benedizione di Vigilio, vescovo della città; inviò così i suoi discepoli a preparargli il cavallo, ma quando questi giunsero sul posto si trovarono di fronte un orso intento a divorare la povera bestia legata ai margini del bosco. Per nulla turbato dalla scena, anzi, piuttosto infastidito per aver perso il suo unico mezzo di trasporto, Romedio ordinò quindi all'enorme plantigrado di accucciarsi e di lasciarsi sellare, e questo, sorprendentemente, indossò la bardatura del cavallo morto e si mise in viaggio verso Trento con in groppa l'eremita. 







Molte associazioni ambientaliste si sono schierate contro il ritorno dell'orso a San Romedio, etichettandolo come semplice promozione turistica del territorio e del santuario. Sicuramente la vicenda ha una forte valenza turistica per la valle e per il santuario di San Romedio dove è presente il recinto che ha ospitato per un breve periodo anche l'orsa Jurka, forse la più vivace e meno schiva tra le orse reintrodotte in Trentino. Si deve però analizzare con obiettività la situazione del povero Bruno: è un orso bruno dei Carpazi che nel 2001 venne sequestrato a Palestrina ad un uomo che lo teneva rinchiuso in un gabbiotto e che lo aveva acquistato illegalmente per farne un fenomeno da baraccone nelle fiere, assieme ad orsetti lavatori, una lince ed altri animali detenuti illegalmente e tenuti in un pessimo stato. Ormai oltre dieci anni fa l'orso venne affidato al parco nazionale d'Abruzzo che si prese la responsabilità e l'onere di gestire l'animale, sistemandolo nel centro visite di Pescasseroli, in un recinto di circa 400 metri quadrati. Lì, Bruno ha vissuto per oltre dieci anni in condizioni decisamente migliori di quelle a cui era abituato fin da cucciolo, quando venne strappato alla madre nella foresta dei Carpazi e venduto ad un personaggio che definire bestia potrebbe risultare offensivo per quest'ultima (la bestia, s'intende). Il trasferimento di Bruno nel recinto del Santuario di San Romedio va dunque visto nell'ottica di un miglioramento nella qualità della vita dell'orso che godrà di uno spazio decisamente maggiore (il recinto è di circa un ettaro, venticinque volte più grande del suo precedente ricovero). E' vero, il Santuario di San Romedio si trova in un canyon piuttosto angusto e freddo d'inverno, ma l'orso non è di certo un animale da spiaggia! In definitiva il recinto di San Romedio non è la sistemazione migliore in assoluto per Bruno, ma è la migliore in cui l'orso abbia mai vissuto... insomma, è come se Bruno fosse passato dal vivere recluso in una cella di isolamento per poi passare ad un monolocale e finire in un mini-appartamento: è vero, non è la villa singola con giardino e non è nemmeno la libertà che gli è stata negata, ma è comunque una sistemazione degna e piuttosto tranquilla. Ero assolutamente contrario alla reclusione di Jurka nel recinto di San Romedio quando vi venne rinchiusa così come sono oggi favorevole al ritorno dell'orso a San Romedio, in virtù del miglioramento di sistemazione di cui l'orso stesso gioverà, portando certamente anche un riscontro turistico al Santuario ed in generale alla val di Non. 

Chiaramente ogni opinione differente è ben accetta, nel rispetto di quelle altrui! 


Scritto dall'amico Leonardo con cui sono pienamente d'accordo.

Se credi, prega!
Se non credi, ammira!
Se sei sciocco
scrivi il tuo nome sui muri.

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