venerdì 2 ottobre 2020

 EDO & GALDI - 1 ottobre 2020

Partiamo dalla casa dell’amico Arlecchino a Oneta m488…tanto per allungarla un po’ e farci venire appetito!. Merita la visita del borgo, un pugno di case che, pur restaurate, ha mantenuto l’aspetto e le caratteristiche originarie medioevali. Nella piazzetta s’incontra l’edificio signorile di epoca quattrocentesca noto come “Casa di Arlecchino”; all’interno della “Casa”, interessanti affreschi illustrano le gesta di Alberto Naselli, detto Ganassa, primo interprete della famosa maschera della Commedia dell’Arte. Percorrendo la contrada si scoprono particolari architettonici e artistici che, dopo secoli, sono ancora ben conservati. E’ bella la chiesetta del Carmine sulla cui parete esterna un grande San Cristoforo, insieme con altri Santi, proteggeva i viandanti che percorrevano la Via Mercatorum, la più antica strada della Valle Brembana. Seguiamo la mulattiera che da Oneta giunge al Cornello: oltrepassando un ponticello si raggiunge l’Oratorio di Sant’Anna. Proseguendo, s’incontrano le prime case del Cornello dei Tasso m482. E‘ uno dei borghi medioevali più belli e meglio conservati d’Italia; un tempo era al centro dei commerci che si svolgevano lungo la Via Mercatorum e, come tale, era sede di un importante mercato. Questo fino a quando, sul finire del Cinquecento rimase isolato e perse la principale funzione di raccordo fra la Media e l’Alta Valle. Il secolare isolamento ha però favorito la conservazione architettonica del borgo e in modo particolare della lunga Via Porticata che lo attraversa. Cornello ha legato il suo nome a quello della famiglia Tasso, conosciuta non solo per aver dato i natali a due grandi letterati, Bernardo Tasso e il figlio Torquato, autore del poema “La Gerusalemme Liberata”, ma anche perché i diversi rami del casato detennero per secoli il monopolio del servizio postale tra l’Impero Tedesco e gli Stati d’Europa. In posizione più alta sorge la chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano, la cui struttura originale risale al XII secolo. La chiesa è sovrastata dall’alto campanile illuminato da belle finestre bifore, unico esempio di stile romanico nella valle. Raggiungiamo la stradina stretta e tortuosa che costeggia la Val Secca, passando da piccoli paesini di poche case: Ronchi, Bruga di sotto e Bruga di sopra m750. In località Foppo m800 entriamo nell’alta valle (selvaggia…ma dove siamo capitati!) tramite una bella sterrata boscosa che, dopo il Ponte Romanico, si trasforma in sentiero. Con una bella salita, raggiungiamo Cespedosio m1100. Qualche casa, metà delle quali disabitate, costruite intorno alla chiesa di S. Domenico, in tipico stile romanico, e circondate da montagne imponenti (viste dal basso!): Cancervo e Ventolosa. Un quadretto delizioso che fa subito innamorare di questo luogo! In questo piccolo borgo di dieci abitanti c’è il Rifugio Cespedosio, la nostra meta, dove abbiamo pranzato. Più che un rifugio è la sede dell’Atalanta! Indossato la mascherina della Dea, ad accoglierci abbiamo trovato il proprietario Piero con sua moglie Katia che ci hanno fin da subito fatto sentire come a casa. Il pranzo si apre con un primo di casoncelli fatti in casa, seguiti da un bel tagliere di salumi e formaggi di loro produzione. Fin dal primo boccone siamo catapultati nel mondo delle tradizioni culinarie di questa zona. Bis di salame…da leccarsi i baffi! Con grande sacrificio (sic!) ho dovuto bere il vino dalla ciotola di ceramica bianca: da questo modo di bere il vino che deriva il termine “tazzare“. Torniamo a casa soddisfatti, con la pancia piena e con il sorriso sul viso dovuto sia al vino sia alla bella gita.

Galdin Position Sistem
Lunghezza km18,240
Dislivello in salita m770
Dislivello in discesa m790


























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