lunedì 24 maggio 2021

 GALDI - 23 maggio 2021

Mi chiedo: il dodo è estinto, come mai l’uomo no?
Ma hanno lo stesso quoziente d’intelligenza
cioè..…esseri stupidi!
Come mai? Ma questa è tutta un’altra storia
dedicata a quelle formiche di razza “due ruote”!.

Dal Passo del Palio m1363 mi dirigo a Morterone m1068 sulla comoda agro-silvo-pastorale. Nei pratoni alti di Piano di Costa m1243 l’ultima stupenda fioritura di narcisi. Prima di arrivare al comune meno abitato d’Italia, passando per la fresca Val di Campècc, una comoda sterrata, incollata sul Sentiero dei Grandi Alberi, mi porta alla frazione di Frasnida m1056… e ci si perde nel tempo!. Le splendide case rustiche in pietra, risalenti al 1600, si ergono maestose. Osservandole non può sfuggire che esse sono state costruite solo con materiali reperiti sul posto: le pietre cavandole dai fondali del torrente Remola, i legnami tagliandoli nei boschi che ancora oggi occupano i pendii circostanti. L’elemento inconfondibile nelle architetture è il tetto. L’abbondante presenza di pietra calcarea ha contributo alla diffusione delle tipiche coperture in piöde (lastre dello spessore di circa 7-8 centimetri) che per il loro peso non potevano essere semplicemente appoggiate alle travi del tetto, ma dovevano piuttosto essere incastrate l’una sopra l’altra. Il risultato finale è molto scenografico ma, per sostenere l’enorme peso, a ridosso di muri e spioventi vengono inseriti tronchi d’essenza forte, incurvati, invisibili dall’esterno. Strutture ricavate da faggi, roveri, carpini e castagni, forzati a crescere inflessi mediante tecniche attente. Le finestre minuscole fino ad apparire poco più che feritoie per difendersi dal freddo ed i balconcini in legno che sembrano quasi un ornamento, conferiscono alle strutture abitative un senso di leggiadria. Accentuata anche dal fatto che nelle linee essenziali sono edifici che esprimono una precisa razionalità visto che i costruttori hanno scelto di ricercare in altezza la soluzione più idonea ed efficace ai problemi dell’abitabilità. E tale propensione verso l’alto, bilanciando le forti masse murarie, rende più aerea la loro complessiva possanza. Magnifico posto!

Riprendo la mia navicella del tempo, imposto le coordinate sul quadrante dei comandi per la Valle Imagna. Faccio partire il conto alla rovescia. La camminata di ritorno si fa un po’ più impegnativa con una salita a tornati verso il Poncione m1223 e poi il Cul Volt. Attraverso una bellissima faggeta e mi rendo conto di quanto imponenti possono essere il Poncione, la Garibolda,…insomma, questi alberi. Vere memorie di legno! Il faggio infatti può arrivare fino a 30-35 metri d’altezza e vivere fino a 150, ma alcuni casi eccezionali arrivano fino a 300 anni. Il faggio è detto “madre del bosco” perché le sue foglie produco un ottimo humus ma anche “matrigna” perché sotto le sue fronde non lascia passare molta luce e quindi poche specie possono vivere nel sottobosco. Nella salita incontro alcune fonti realizzate per trattenere l’acqua così preziosa in questo territorio. Tutta la Costa del Palio, sulla quale mi sto muovendo, è infatti un ammasso calcareo. Questo significa che l’acqua tende a penetrare in profondità e per questo sul percorso non incontriamo ruscelli o pozze. Dove l’acqua incontra uno strato impermeabile riaffiora in superficie e lì, gli antichi allevatori hanno costruito vasche per permettere agli animali di abbeverarsi.
Proseguendo la mia salita arrivo in prossimità di una radura dalla quale si gode un bellissimo panorama sulla Val Taleggio. Davanti a me vedo il passo della Culmine e i piccoli borghi di Vedeseta e Avolasio. Più in lontananza i Piani d’Artavaggio, le Grigne e il Resegone. Superato il Cul Volt, esco dal bosco e giungo sui prati della Costa del Palio. Il sentiero ora incontra la strada bianca che sale da Morterone. Raggiungo in una manciata di minuti il Rifugio del Grande Faggio. Sento profumo di moka…di caffè! La mia navicella si ferma! Sono a casa!
Da alcuni escursionisti sulla via del ritorno apprendo il cambio del nome al Rifugio Azzoni sul Resegone: da oggi si chiama Rifugio…Rimini!!



































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