domenica 9 maggio 2021

 GALDI & S.VITTORE
 8 Maggio 2021

Dopo dieci duri giorni di lavoro ho dato un “taglio” (siepe, prato,…) e oggi torno a “bighellonare“: vado in  Val Taleggio, la piccola Svizzera orobica, nei dintorni di Pizzino. Nel bel giro ad anello che avevo “materializzato” ed eseguito mesi prima non avevo potuto raggiungere la CHIESETTA DI S. ANTONIO causa, essendo posta in luogo freddo e ombroso, neve e ghiaccio. Così nel cercare sue notizie in “interdett” mi sono imbattuto nella GROTTA DEI PARTIGIANI. Pronti…via! Si va a cercarla! E senza perdere troppo tempo perché voglio vederle tutte e due!!!

 






CHIESETTA DI S. ANTONIO. In località Staviglio, nascosta dagli alberi, si trova la piccola chiesa di S. Antonio, datata 1483. Il sagrato è il manto erboso con un semplice passaggio pedonale in porfido a ridosso della facciata. A due falde con il tetto, in legno, ricoperto di piöde e il campanile a vela sulla linea di colmo. Chiusa! Peccato! Ma da una finestrella lasciata aperta.....

 















GROTTA DEI PARTIGIANI. Il luogo, selvaggio ed emozionante, si trova lungo la dorsale destra orografica del torrente Salzana, nella Valle della Madonna. L’antro che vi si affaccia è attraversato dal piccolo corso d’acqua che scende dalla Valle dello Zucco e che nell’ultimo tratto della soprastante località Vaccareggia vi ha scavato una profonda e stretta forra prima di gettarsi all’interno della grotta creando una cascata a scivolo sulla nuda roccia ben levigata e sagomata dalla forza dell’acqua. Si entra in un paesaggio di roccia tufacea, piccole e grandi fenditure che creano caverne ovunque e che a tratti è ricoperta da bellissimo muschio giallo. L’ingresso della grotta accessibile solo bagnandosi i piedi con l’acqua cristallina e gelida. All’interno il fragore della cascatella, sempre molto ricca di acqua, vi lascia immaginare  quale condizione di vita hanno dovuto affrontare i rifugiati del tempo. Questo luogo è stato teatro dell’ultimo dramma di una lunga e dolorosa serie di avvenimenti che sconvolsero la Valle Taleggio dopo l’8 settembre 1943. Con l’inizio della lotta partigiana, qui organizzata nell’86esima brigata Garibaldi, si verificarono gravi e dolorosi disagi per le comunità locali dovendo subire a lungo soprusi e distruzioni. Dopo l’uccisione di Evaristo Galizzi, Giorgio Issel, Marsel Jabin durante l’attacco del 4 dicembre 1943 al gruppo di partigiani che si era stabilito a Cantiglio, contrada dell’antica parrocchia di Pizzino, si deve ricordare in particolare il poderoso rastrellamento nazifascista del 27 giugno del 1944 che portò saccheggi e distruzioni in tutta la valle e in particolare a Pizzino dove oltre alla scuola, ad abitazioni e stalle, fu bruciata la casa parrocchiale (la reggia della Valle Taleggio) con il suo straordinario archivio storico e gli antichi paramenti della chiesa. Il parroco, don Valentino Ongaro, ricercato speciale, avvertito per tempo riuscì a rifugiarsi sugli alpeggi. L’epilogo, ancora una volta drammatico, avvenne l’11 aprile 1945, quando i nazifascisti, guidati da infiltrati, durante un ultimo rabbioso e vendicativo rastrellamento, uccisero ancora. I morti della grotta dei partigiani furono Giulio Bellaviti di Pizzino e Virgilio Arnoldi di Sottochiesa: 14 giorni dopo finiva ufficialmente la guerra. A memoria resta solo quel vago toponimo di Grotta dei partigiani.









Le foto durante la “stagione fredda” sono degli amici Alvin, Ivan e Gino.




“UN VERO VIAGGIO DI SCOPERTA

NON E’ CERCARE NUOVE TERRE

MA AVERE NUOVI OCCHI”

(Marcel Proust)








Nessun commento:

Posta un commento