venerdì 17 giugno 2022

 EDO & GALDI - 16 giugno 2022

Due possibilità': stare a casa con il condizionatore “sparato” al massimo oppure lasciare la macchina al Ponte della Lavina (Vedeseta). Due possibilità: arrivare solo alle sorgenti del torrente Enna oppure andare a pranzare dagli amici di Morterone. Il percorso è “pianeggiante”, facile e ombroso e bordeggia il corso dell'Enna, ora discostandosene appena e ora sfiorando il corso d'acqua. Si incontra il primo ponte, in ferro e in cemento realizzato dopo il 1954 dalla Società Orobica, che permette di superare l'affluente di sinistra, il torrente Bordesiglio. Si giunge al secondo ponte, in ferro, sulla Rémola, che ci riporta sulla sponda destra dell'Enna. Dopo il ponte, ben segnalata, una lieve deviazione porta all'Acqua Rossa, una sorgente ferruginosa che sgorga proprio di fianco al corso del torrente. Ripresa la strada, si è al terzo ponte, munito di protezione solo su un lato, che ci ritraghetta in sponda sinistra e, con il sentiero che sale “leggermente”, si raggiungono i piedi della sorgente dell'Enna (decidiamo di vederle con calma sulla via del ritorno!). Lo scenario è di grande suggestione: sotto il sentiero, il gigantesco salto d'acqua con profonda marmitta fluviale del fiume latte (pozz de Fum lacc); a ovest le pareti delle montagne si stringono nella gola della Rèmola, il primo tributario dell'Enna; sul versante di fronte una serie di salti e di cascate che tagliano la ripida roccia e che ci indica la grande caverna seminascosta da cui sgorga abbondante la sorgente dell'Enna. Merita proprio una deviazione, anche se l'arrampicata non è facilissima. Riprendendo il sentiero per Monterone, il percorso comincia a salire decisamente a tornanti, ma poi si spiana e scende a un solido ponticello di ferro e di legno, un tempo più precario (punt de corda), che aiuta a superare il profondo canyon della Rémola. Si esce nei primi pascoli di Monterone: con qualche attenzione ci si cala al fondo della valletta (Enna sèca), la si attraversa e, costeggiando una seconda valletta che scende dal paesino, si risale alla cascina Carigù, nei cui pressi una grossa dolina, purtroppo riempita, rileva l'ingresso a una grotta (büs del Carigù) che ospita rari insetti cavernicoli; da lì una carrareccia porta a Monterone, il comune più piccolo d'Italia, sperso in questa conca suggestiva e solitaria ai piedi del Resegone. Ci si rinfranca presso la trattoria. Due possibilità: pasta all’amatriciana o tagliere di formaggi locali con marmellate. 



























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