lunedì 5 settembre 2022

 GALDI - 4 settembre 2022

Voglio “picchiare il naso” verso il rifugio Antonietta al Piaderal e ai resti del vecchio rifugio Tedeschi. Giro ad anello in attesa del “foliage”. All’andata seguo la vecchia mulattiera; al ritorno tutta, dico tutta, senza farmi tentare dai vari tagli che si possono fare, l’agrosilvopastorale. Questo sentiero parte dal paese di Pasturo, in Valsassina, e arriva al rifugio Antonietta al Piaderal m1400 passando per Monteno m850, per Cornisella m1050 e per l’Alpe Coa m1300. M’incammino in un continuo misto tra sentiero e mulattiera, tra ombrose faggete, alternando costante pendenza a lunghi strappi più ripidi tipo…arrivo in Paradiso, locale mansarda,…Nei pressi della località Cornisella trovo una bella chiesetta degli Alpini. Proseguo seguendo le varie indicazioni che mi permettono di arrivare all’Alpe Coa dove “giace” un piccolo ma grazioso laghetto. Pochi passi e sono davanti al rifugio Antonietta al Piaderal. Proseguo, con la spia della benzina che comincia a lampeggia sul rosso, verso un bel pianoro, dove un tempo si trovava anche il rifugio Tedeschi m1428.
E’ una camminata che spiega il rapporto antico che c’era (c’è) tra l’uomo e la pietra locale. Lungo la vecchia mulattiera si possono osservare tratti ben conservati di un selciato realizzato con sassi e ciottoli di varia misura e forma. Osservando i fabbricati lungo il percorso (baite ristrutturate, una più bella dell’altra immerse in enormi pratoni ben tenuti), si può notare come la pietra, nella tradizione locale, sia sempre stata impiegata come elemento strutturale nelle costruzioni trovando un grande arricchimento nel legno. I muretti a secco, presenti ovunque, vengono utilizzati come delimitazione dei confini tra proprietà oppure come opere di contenimento.
Torniamo indietro nel tempo. Il rifugio Antonietta al Piaderal sostituisce il vecchio rifugio Tedeschi spazzato via da un’enorme valanga, caduta dalle pendici del Grignone nel gennaio 1986 dopo le abbondanti nevicate di quell'anno. Il vecchio rifugio era stato costruito nel 1908 e mai si era vista una valanga così grande con un fronte di circa 2 km di larghezza. Subito, nel 1986, venne chiesto ad Antonietta Pensa di poter mettere a disposizione degli escursionisti appassionati, la baita Innocente già esistente, Il tutto dettato anche dalla necessità di avere una base per il soccorso alpino nella zona. Oltre al nugolo di formiche a due ruote, c’è il solito e classico “puttanaio di gente” che vuole mangiare. Che brutto vizio! Scendo, come detto, dalla strada con la curiosità della lunghezza. Noto alcuni agriturismi: il posto lo merita! Morale della giornata… veramente un bel giro tra boschi e pratoni meravigliosi. Salita (mulattiera) km 5,250 dislivello m815; discesa (agrosilvopastorale) km 8,00 dislivello 795.




























Però…porca puzzola, …non credevo che questa mattina...!
 Comunque...voglio porgere i miei più


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