lunedì 19 settembre 2022

Settembre 2022
Alluvione nelle Marche:
il rosario di vittime e nessun colpevole.
La “solita” tragedia.

Quando si arriva nel fango e tra le macerie soltanto nomi, cognomi e volti dei morti sono inediti. Il resto è già visto e sentito in altre sciagure.

C’è stata un'alluvione, una tempesta nelle Marche, ci sono morti, feriti e dispersi, e allora il giornale ti chiama, ti chiede di andare, capire, raccontare. Ma poi quando arrivi nel fango e tra le macerie, e annusi, butti le prime occhiate, prendi i primi appunti, subito ti accorgi che, come sempre, di nuovo puoi trovare solo il rosario delle vittime. Soltanto i loro nomi e cognomi, i loro volti, le loro storie private sono inedite. Il resto sarà già stato visto e sentito in altre sciagure, perché il nostro è un tragico Paese dove periodicamente la terra trema e i fiumi esondano, vengono giù scuole, interi pezzi di montagne, slavine di neve, e tutto finisce, regolarmente, dentro la consueta narrazione.

Con la gente che ti viene incontro, facce stravolte dalla rabbia e dalla paura, per dirti che il pericolo era stato completamente ignorato: e stavolta […] insieme agli abitanti ci sono persino i sindaci che descrivono questa storia di tremenda sottovalutazione, avevano ricevuto appena un allarme giallo, generico, basso, stupido, e niente più. C’è pure sempre qualcuno che vaga in pigiama, con la vestaglia, le ciabatte nella melma, i capelli arruffati, bianchi di polvere, e allarga le braccia, ti guarda rassegnato, mortificato, perché va bene che siamo una piccola frazione, però, insomma, i ritardi dei soccorsi - scrivetelo - ci sono stati.

I vigili del fuoco fingono di non ascoltare e si spaccano la schiena, e rischiano la pelle persino per riprendergli il gatto che è andato a nascondersi in soffitta. A questo punto, puntuale, parte la rituale batteria di notizie: proclamati due giorni di lutto, bandiere a mezz’asta negli uffici istituzionali, la Procura locale che annuncia di aver aperto un’inchiesta contro ignoti, il governatore […] che fa sapere di seguire costantemente la situazione, e di essere in contatto con la Protezione civile. Poi però scopri che a straripare è il fiume che tutti conoscono, un fiumaccio che si gonfia facile, scorre davanti alle case, sotto le case, e così ecco comparire il geologo di turno, per la lezioncina che ormai tutti dovremmo sapere a memoria. E cioè che la natura va rispettata, curata, assecondata. E qui invece se ne sono fregati, il letto del fiume Misa era pieno di tronchi secchi, vecchi cessi, carcasse rugginose di motorini: perciò quando la pioggia ha ingrossato le acque, tutto è finito sotto il ponte, che si è chiuso, tipo tappo.

C’è sempre qualche anziano sopravvissuto che ti spiega, con semplicità, come la tragedia si sarebbe potuta evitare. E c’è sempre qualche anziano che invece è morto in solitudine. Poi ci sono le mamme che piangono e urlano e si preparano alle piccole bare bianche. I preti che benedicono. E le luci dei tigì collegati in diretta. Per raccontare agli italiani che c’è stata un’altra tragedia. La solita tragedia. Con molti cadaveri e nessun colpevole.

Fabrizio Roncone (Corriere della Sera)

Nessun commento:

Posta un commento