lunedì 28 novembre 2022

BEPPE & GALDI - 27 novembre 2022

Salirò al Monte del Signore al Signore che allieta la mia giovinezza.
Al termine della salita non c’è salita ma la meta,
al termine della strada non c’è strada lama il traguardo,
al termine della notte non c’è la notte ma l’aurora,
al termine della morte non c’è la morte ma la vita,
al termine dell’umanità non c’è l’uomo ma l’uomo-Dio”.
J. Folliet

Situato a circa m650, il complesso monumentale di San Pietro al Monte Pedale (antico nome del Cornizzolo) è uno dei più noti e straordinari esempi di architettura romanica presenti sul nostro territorio. La sua fondazione è fatta risalire all’VIII secolo ed è legata alla leggenda della guarigione miracolosa di Adalgiso o Adelchi, come “dirà” il Manzoni, figlio dell’ultimo re longobardo Desiderio. In una partita di caccia aveva inseguito un cinghiale fin dentro una chiesetta posta su questo monte. Mentre stava per lanciare la freccia contro l’animale, che si era accovacciato davanti all’altare quasi a chiedere protezione a Dio, il principe, perse la vista. Pentitosi del male che stava per compiere, aiutato da un eremita che qui stava in preghiera, si bagnò gli occhi alla sorgente che scaturiva in prossimità della chiesetta e riacquistò miracolosamente la vista. Re Desiderio fece allora voto di edificare qui una grande chiesa e un monastero. Era l’anno 772. L’edificio attuale, che rappresenta quanto resta di un più ampio complesso benedettino, è il risultato di un definitivo completamento architettonico avvenuto nell’XI secolo. La pianta basilicale, a navata unica, è definita da due absidi semicircolari contrapposte, una a oriente e una a occidente. Stupendo e unico il grandioso affresco sulla controfacciata, sopra la porta d’ingresso, che illustra la vittoria sul drago narrata nell’Apocalisse. In esso è rappresentato il racconto del dodicesimo capitolo dell’Apocalisse, che descrive la storia della salvezza e la rivelazione dei tempi finali, in cui il Vivente verrà per istaurare il Regno di Dio. Sulla sinistra in basso una donna sta per partorire. L’avvenimento è universale e partecipano il sole e la luna. Il bambino appena nato, tuttavia, è minacciato da un enorme drago rosso, alato, con sette teste e dieci corna. Ha già trascinato a terra, spegnendole con l’enorme coda, le stelle del cielo. Intervengono allora le schiere angeliche, comandate all’arcangelo Michele, e in una lotta mortale sconfiggono il drago, Infatti il bimbo salvato è posto nella mandorla. Egli è il Vincitore del Male. Il ciborio, decorato in stucco e affresco, ricorda nella struttura e nella raffigurazione quello di Sant’Ambrogio in Milano. La cripta, stupenda, da lasciare a bocca aperta il visitatore, dedicata alla Vergine, conserva stupendi bassorilievi in stucco e affreschi. Ai piedi dello scalone d’accesso alla basilica, si trova l’oratorio di S. Benedetto: all’interno dell’architettura trilobata restano tracce di affreschi seicenteschi e un piccolo altare, dell’XI secolo, magnificamente decorato su tre lati.

Ringrazio Giuseppe, dell’’Associazione Amici di San Pietro, gruppo di volontari civatesi che presta tuttora la propria disponibilità per tenere aperto e visitare il complesso, per la semplice ma dettagliata visita con spiegazione. Grazie Beppe!




































Nessun commento:

Posta un commento