venerdì 2 giugno 2023

 GALDI, semper 'n gir
1 giugno 2023


"Stiamo perdendo una generazione di saggi, di gente di valore, che insegna l'importanza della parola data e non dell'opportunismo momentaneo. Persone silenziose, che non insegnano con le parole, sei tu che impari se le osservi e le imiti. E tutto questo, in un momento storico dove un grandissimo bisogno di loro e dei loro valori, semplici, ma concreti! Ce ne accorgeremo quando tutto sarà finito e dovremo ricominciare".

Raggiunto Clusone, lascio l’auto in località La Spessa m590. M’immetto nel sentiero segnalato da un cartello indicatore in legno, nei pressi dei resti dell’ex seggiovia. Si sale su un sentiero, con fondo ghiaioso, e ci si addentra nel bosco. Volendo (siii!) fare un bel giro ad anello, il mio suggerimento è di fare all’andata la direttissima e al ritorno il Disiòl così da avere meno pendenza in discesa. Questa si fa sentire subito dall’inizio e resterà tale fino al Roccolo Zuccone. Sono un diesel vecchia maniera, mi ci vuole del tempo per mettermi in moto, ma poi ...ecco perché mi fermo di malavoglia! Inizialmente il percorso è tortuoso e il temporale di ieri sera ha reso i sentieri, boschivi e all’ombra, molto scivolosi. Faccio un’ampia deviazione, allungando il percorso, verso Beur m890: dal bergamasco “bòr” = abbaiare alla lepre (era un luogo di caccia alla lepre con cani.!). Al catechismo giovanile mi hanno sempre insegnato di dover, almeno una volta la settimana, andare in chiesa (luogo dove si dicono le messe …o per scattare fotografie?). Bello l’interno della piccola chiesetta del XVI secolo. L’iscrizione dice “VETERI SACELLO / S. HJERONIMO DOCT: SACRO / DERUTO / NOVUNM EXCITATUM” ossia “la vecchia cappella dedicata a S. Gerolamo dottore (della Chiesa), distrutta (in questo luogo) fu nuovamente eretta (con questa chiesa)”. Attraversato il ponticello degli scout, quando si vedono le prime sculture di legno, si è in pratica arrivati. Il Roccolo Zuccone è il punto attorno al quale “abitano” le sculture del bosco. Sculture di animali, di fiori, case sull’albero, grandi formiche, case di hobbit e chi ne ha più ne metta. Non si sa davvero dove volgere lo sguardo. Nascono da tronchi caduti. Sarà l’incisione “anche gli alberi hanno un’anima” ad aprire le porte preziose di questo luogo che va vissuto e visitato con grande rispetto. Alzo e abbasso lo sguardo ovunque, prendendomi tutto il tempo che mi serve per osservare le sculture in lentezza e assaporare questo luogo di pace e bellezza. Da non perdere la casa sull’albero sulla quale si può salire. Entro nelle case dei nanetti, cerco il castano dal cuore d’oro, leggo gli aforismi intagliati sui quadri lignei e poi cerco gufi, scoiattoli, grandi serpenti, enormi fionde e tutti i mostri e i fantasmi che abitano questo luogo fatato e ipnotico. Usciti dalla vegetazione, si prosegue per il sentiero che, regalando un passaggio di ampio respiro, si arriva al grande prato del rifugio San Lucio m1027, dove si ha tutta la vista sull’altopiano di Clusone e sulla valle. La conca della Presolana con la Regina è davanti ai miei occhi maestosa e imponente. Vicino al rifugio si trova l’Oratorio montano San Lucio, posto in posizione incantevole. La primitiva cappella dedicata a S. Lucio, protettore dei mandriani e dei caseificatori, di costruzione antecedente il 1529. Fu eretta dai numerosi mandriani che per buona parte dell’anno, si stabilivano sul monte per la falciatura del fieno e per sfruttare, con le mandrie, i vasti e stupendi pascoli. Per il ritorno, come detto, cambio sentiero. Ritornato alle sculture lignee, passando per il Prat di Carec, incontro il Crocefisso, da dove partono un sacco di sentieri. Il mio sentiero è veramente brutto: dovrei passare per una specie di letto di un vecchio torrentello. Noooo! Giro ampio e scendo al laghetto di Clusone …non lo sapevi neanche tu che a Clusone c’è un laghetto. Eheeee!. Passando per lo Spirito del Pianeta ritorno all’auto …tutto bell’infangato!
















































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