Ser Galdino
e la Corte di Garzada e Piazzo
"Non sminuire mai la meraviglia delle tue lacrime.
Sono acque guaritrici e sorgente di gioia.
A volte sono le parole migliori che il cuore possa pronunciare".
Seconda domenica di luglio. C’era una volta …un impavido cavaliere sempre attirato da avventura ma, oggi, chiamato a deporre le armi per prendere in mano forchetta e coltello. Per essere esatto, una forchettata di qualcosa a metà tra il piatto e la bocca. Girovaga, con meta i regni di Garzada e Piazzo, nei pressi del Monte Resegone con il suo Passo, ben conosciuto dagli abitanti lecchesi, e poco noto ai più, dal nome “La Passata”. Benché il toponimo sembri banale e di certo non evochi nell'immaginario un passato degno di nota, questo luogo rappresenta il prefetto esempio di come anche la più anonima delle località possa celare un interessante passato. Questo valico che unisce Brumano a Lecco, attraverso il Passo del Fò, è da sempre un importante luogo di passaggio. Dalla metà del novecento, molti abitanti di Brumano si recavano a lavorare nelle fabbriche di Acquate e di Lecco: gli uomini nelle industrie metallurgiche, le donne nelle filande della seta e del cotone. Ogni lunedì mattina, questa “sperduta” località montana si ravvivava con il passaggio dei lavoratori che raggiungevano il proprio luogo di lavoro. La vita era molto dura rispetto ai canoni odierni: il ritorno, che non poteva essere fatto dopo un’estenuante giornata, era programmato per il sabato successivo, costringendo i lavoratori a una lunga assenza e concedendo loro un solo giorno alla settimana assieme alla propria famiglia. La Passata possiede anche un’inaspettata valenza storica: per oltre tre secoli, dalla Pace di Lodi del 1454 fino al 1796 la Lombardia fu divisa tra Ducato di Milano e Repubblica di Venezia. Il confine passava dalla Chiusa Viscontea di Lecco, sul Lago di Garlate e seguiva il crinale del Magnodeno, per poi tagliare la Val d’Erve e raggiungere la Corna Camozzera e il valico La Passata. Questa linea di confine è ancora oggi ben distinguibile grazie alla presenza di una serie di cippi, circa 247, collocati nel XVIII secolo sul terreno. Nel passare a fianco di quello presente in prossimità del Valico, non gli resta che seguire il profumo, che arriva da poca distanza, della carbonella appena accesa. Non può sbagliarsi: molte altre volte il suo intuito l’ha convinto di fidarsi di …questo profumo!. La Corte è già piena di varie illustre personalità giunte qui guidate dallo stesso destino. Si dia dunque inizio ai festeggiamenti ringraziando la Regina Zia Patty e il Re Cantiniere Giamba. Come tutte le storie, mangiarono, bevettero e vissero felici e contenti in un regno di sorrisi e amicizia. Chiedo venia per il Menestrello Cantastorie ma, preso dal Gutturnio e dal Bonarda, ...
Bellissime foto e momenti unici di serenità...grazie gabry
RispondiEliminaDevi scusare questo Menestrello ContaStorie ma, soprattutto quando la luna diventa calante,...non riesce a tener sotto controllo il cervello! Grazie per il complimento. Ciao.
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