domenica 9 agosto 2015

16 - ASSUNZIONE DI MARIA
DISDIROLI - Località per Neverola

Contesto.
Sulla strada agro silvo-pastorale che dalla frazione di Disdiroli porta alla località Neverola (inizio strada del Ruculì).

Tipologia architettonica e dimensioni.
Santella isolata: cm. 130 x 326 x 100 (cm. 82 x 144 x 64).

Tema sacro.
La Madonna Assunta “vola” tra le nuvole seguendo con lo sguardo il raggio di luce che gli indica la strada da percorrere verso il cielo che si apre al suo passaggio. Il volto di Maria è liberato da ogni legame terreno e s’innalza verso l’alto fra stupore e commozione. La sua aureola è fatta di mille stelle. Due cherubini tengono in mano un giglio (purezza, innocenza, verginità) e un ramo di palma (vittoria, immortalità): sembrano delimitare il confine tra la terra e il cielo. Sulla parete di sinistra S. Rocco e su quella di destra S. Antonio Abate. Sulla volta un bellissimo cielo stellato: la stella è il simbolo della vita eterna dei giusti.
Iscrizioni.
2001 / CALDEROLI ATTILIO / R. POLIMENI 2002

Tecnica di costruzione.
Esteso ed ampio inginocchiatoio (cm. 200 x 200) in pietra. Alto basamento con lapide e scritta in rilievo. Colonne laterali e volta in pietra con decorazioni di rose in rilievo. Fregio in pietra con data in rilievo al centro della volta. Croce sopra il fregio in rilievo. Timpano in pietra. Tetto a capanna con il lato sinistro che si sovrappone a quello destro.
Pavimento in pietra leggermente debordante dalla base per tutto il perimetro della nicchia. Piccolo zoccolino in marmo alla base delle pareti. Cancelletto in ferro lavorato con decorazioni (foglie).


Tecnica artistica.
Pitture murali. Fiori artificiali. Lumino acceso.

Stato di conservazione della santella.
Buono stato di conservazione. Non presenta alcun genere di alterazione.

Stato di conservazione dell’oggetto sacro.
Stato di degrado leggero. Le pitture sono intaccate solo nello stato superficiale: minima scoloritura,...

Note storiche-curiose.
Appartiene alla famiglia Calderoli Attilio.


S. Rocco: bastone, mantello, cappello, borraccia e conchiglia sono i suoi ornamenti; la preghiera e la carità la sua forza; Gesù Cristo il suo gaudio e la sua santità. Il cane lo trova, malato di peste, e lo salva dalla morte per fame portandogli ogni giorno un tozzo di pane.
S. Antonio abate: caposcuola del Monachesimo. Ricoperto da un rude panno, è considerato patrono di tutti gli addetti alla lavorazione del maiale, vivo o macellato, e di quanti lavorano con il fuoco, come i pompieri, perché guariva da quel fuoco metaforico che era l’herpes zoster (fuoco di s. Antonio). La leggenda popolare narra che s. Antonio si recò all’inferno per contendere l’anima di alcuni morti al diavolo e mentre il suo maialino, sgattaiolato dentro, creava scompiglio fra i demoni, lui accese col fuoco infernale il suo bastone a ‘tau’ e lo portò fuori insieme al maialino recuperato per donarlo all’umanità, accendendo una catasta di legna.

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