giovedì 20 agosto 2015

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IL DANNATO DI VALTORTA
VALTORTA (Valle Stabina)

Prima del 1909 al ponte della Stabina, dove la strada biforca per Ornica e Valtorta, un luogo selvaggio e desolato dove le alte pareti che fiancheggiano la strada strapiombano in profondi burroni, si diceva che fossero confinate le anime di coloro che da vivi non avevano rispettato il precetto della messa domenicale, avevano disertato la dottrina e le pratiche religiose, preferendo dedicarsi al lavoro o ai divertimenti.
E così, dopo la morte, erano andati diritti all’Inferno.
Questi dannati erano in gran numero e ogni tanto si facevano vedere dai passanti, oppure sentire con urla e strepiti che incutevano terrore. Chi passava da quelle parti di notte, con muli o asini, si trovava in difficoltà perché, giunti all’altezza del ponte, gli animali si fermavano terrorizzati, giravano su se stessi come impazziti e si scrollavano di dosso la soma (1), rifiutandosi di avanzare anche solo di un passo.
Nessuno era più in grado di farli proseguire fino all’alba, quando, ai primi albori del nuovo giorno, si udiva un frastuono, un precipitare di sassi che si fermavano con un tonfo sordo nella sottostante valle. Solo allora gli animali tornavano tranquilli e riprendevano il cammino.
Il parroco di Valtorta, don Stefano Gervasoni (2), che godeva fama di santità e possedeva doti di esorcista (3), dopo aver indetto un periodo di preghiere collettive, portò i suoi parrocchiani e quelli di Ornica in processione verso la zona degli spiriti e, dopo averla benedetta, collocò un crocifisso sulla parete rocciosa che scende a picco sulla valle.
Il crocefisso è sempre al suo posto e chiunque, anche gli increduli senza fede, lo può vedere sporgendosi un poco dal parapetto della strada e guardando a destra, sulla roccia, verso la galleria del Montecchio.
Da allora, sostengono gli anziani del paese, gli spiriti dannati non si sono più fatti sentire...tranne uno!
Il fatto accadde una domenica mattina quando un uomo di Valtorta, invece di andare a messa, si recò in quel luogo impervio per tagliare della legna. Siccome il suo bosco era situato proprio sul fondo della valle, il taglialegna portò con sé tre compaesani affinché lo aiutassero a calarsi fino ai piedi del burrone.
Legato l’amico a una lunga corda, lo fecero scendere lentamente lungo la parete rocciosa, ma dopo un po’ si accorsero con spavento che la corda si allungava sempre più, il burrone diventava sempre più profondo e l’amico, attaccato alla corda, continuava a scendere, diventando ogni momento più piccolo. In preda alla disperazione cercarono allora di tirarlo su, ma all’altro capo della corda il peso diventava insostenibile, come se ci fosse applicata una forza sovrumana.
Ad un certo punto scorsero il loro compagno cadere a precipizio e lo udirono gridare: “Laghì ‘ndà la corda e ‘ndì a mèssa ca l’è tarde!” (Lasciate andare la corda e andate a messa che è tardi!). I tre, mollata la corda, scapparono in preda al terrore, ma fatti pochi passi sentirono un grande frastuono seguito da un orribile lamento. Si voltarono e videro alte fiamme levarsi dal burrone e nel mezzo lo sventurato compagno, stretto fra gli artigli di un mostro immondo. Si era spalancato l’Inferno per inghiottire quell’uomo senza timor di Dio! C’è chi assicura che ogni tanto passando da quelle parti in certe ore della notte, si odono ancora gli echi dei suoi lamenti e si vedano i bagliori delle fiamme.

(1)La soma è il carico che si pone in groppa ad una bestia da trasporto (da qui l'espressione animale da soma).
(2)Illustre teologo ed esperto di araldica, parroco di Valtorta dal 1896 al 1950. La chiesa parrocchiale dell'Assunzione di Maria fu costruita tra il 1898 e il 1904 per iniziativa dello stesso parroco.
(3)Per esorcismo s’intende un insieme di pratiche e riti volti a scacciare una presunta presenza demoniaca o malefica da una persona, un animale o da un luogo. Queste pratiche sono molto antiche e fanno parte del credo di varie religioni. Che un essere soprannaturale possa prendere possesso di un essere vivente o di un luogo è una credenza diffusa in molte religioni. I posseduti non sarebbero cattivi né totalmente responsabili delle loro azioni. La persona preposta agli esorcismi è chiamata esorcista. L'esorcista utilizza preghiere, formule prestabilite, gesti, simboli, e anche icone, reliquie, oggetti benedetti.

"Il Diavolo può fare dei brutti scherzi al genio,
ma trascura gli imbecilli".
Leonardo Sinisgalli

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