venerdì 30 agosto 2019

EDO & GALDI
29 agosto 2019

Il rifugio Gherardi ai Piani dell’Alben è facilmente raggiungibile: un percorso adatto alle famiglie e gestito dagli “amici” del Mato Grosso. Dopo essere giunti a Pizzino, e pagato i due euro di ticket, si prosegue fino alla contrada di Quindicina m1282. Da qui si segue il sentiero che si snoda a mezza costa lungo un soleggiato pascolo. Il sentiero si svolge lungo i prati del Cuel, oltrepassando alcune vecchie ma caratteristiche baite…in attesa di ristrutturazione! Dopo un tratto, in lunga diagonale in salita, si raggiunge la Baita di Foppa Lunga m1506, posta in un’amena conca prativa, ricca di cespugli di rododendri e frequentata da ungulati, visibili nelle prime ore del mattino. Si contornano dei valloncelli e si perviene sui verdeggianti Piani dell’Alben dove, in posizione dominante, è eretto il rifugio Angelo Gherardi m1650. Caffe? Fetta di torta?






Ma poi si prosegue in una bella  e lunga escursione, classica per chi frequenta questa panoramica area delle Prealpi Orobiche. Attraversato i pascoli dei Piani dell’Alben, lambendo il rifugio privato Cesare Battisti m1685, si comincia a salire il ripido sentiero che affronta i franosi pendii che scendono dalle coste della Bocchetta dei Regadur m1853: un tratto che si presta molto alla fotografia d’effetto! Salendo, nei pressi del colle si noterà la piccola Baita Regina m1870, graziosa costruzione adibita a uso privato. Giunti alla Bocchetta incontriamo il famoso sentiero 101 che sale dal Passo di Baciamorti (magnifica posizione della sua Madonnina!) e va verso il rifugio Cazzaniga-Merlini. Si segue percorrendo lo stupendo panoramico costone fino al Passo dell’Aralalta m1867 (in alcune cartine Passo di Sodadura) dove si smorza la cresta che scende dal Monte Sodadura.






Una capatina alla madonnina è d’uopo. Si abbandona il sentiero 101 che, pressoché in piano, taglia in costa e s’inizia a salire su tracce non sempre ben evidenti di un ripido sentiero lungo il costone. E si arriva in vetta m2010.






Da questa, dopo aver goduto dell’incredibile veduta, si saluta la sua Madonnina e si scende lungo il versante opposto per un ben marcato e gradinato sentiero che punta sui fioriti pascoli facenti corona al rifugio Nicola, ben visibile per il tetto in acciaio, e al grazioso rifugio Cazzaniga-Merlini m1889 posto sul panoramico dosso.








La partenza per il rientro, per una volta, è comoda perché avviene in discesa: s’inizia a scendere lungo la pista di sci verso i rifugi Sassi-Castelli e Casari m1649. Puntando verso la graziosa chiesetta (da vedere assolutamente l’interno) in leggera salita si giunge alla Forcella di Artavaggio, dove esiste un cippo che stava a indicare il confine fra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano m1610. Un altalenante sentiero taglia in quota i tormentati pendii del Monte Sodadura, superando vari canaloni fino a giungere alla Casera di Aralalta. Attraversata una valle, si risale passando sopra la Baita di Campofiorito.







Si giunge così sui Piani dell’Alben e al nostro rifugio Gherardi. Dopo un’opportuna birretta si riprende la camminata sullo stesso percorso della mattina: la strada silvo-agro-forestale, è molto noiosa. 

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