Profumo di erba tagliata

giovedì 13 febbraio 2020

EDO & GALDI

13 febbraio 2020

Oggi andiamo alla ricerca della “targa del Vescovo”. Dopo il solito “Pellini” dalla Moira (troppo buono!) partiamo in direzione Corna Imagna. Passato il Ponte sulla Val Tinella, di origine medioevale (fu il primo ponte in Valle) ci dirigiamo, attraversando la frazione di Roncaglia (natali di papa Giovanni XXIII), verso Cà Gavaggio dove spicca il complesso monumentale denominato "Cà de Macì". Questo nucleo conserva ancora oggi tutti gli elementi funzionali legati all’attività agricola a esso collegati: la stalla e il fienile, le abitazioni della manovalanza e i depositi gli edifici. Sono disposti intorno ad una corte centrale delimitata da un altro muro di cinta con un interessante portale. Transitato dalla sorgente dell’acquedotto ci inoltriamo nei boschi della Val Tinella: passate le sue piccole vallette, sbuchiamo sui primi casolari ormai abbandonati da qualche tempo. Siamo a Disdiroli, in località "Prà Pèss". Dobbiamo trovare “quello” della targa. Fu posta, sulla facciata anteriore del vecchio casolare, in ricordo del passaggio dell’allora vescovo di Bergamo Gaetano Camillo Guindani che, con il suo clero pastorale, proveniente da Fuipiano e diretto a Corna Imagna, fece una sosta. L’Eminenza fu vescovo di Bergamo dal 1879 al 1904. Curiosità: da alcuni documenti risulta che il passaggio del vescovo avvenne il 28 luglio, due giorni dopo. Facciamo passare muro per muro, sasso per sasso, fessura per fessura e…eccola! Il sentiero passa dietro il cascinale e l’ingresso, guardando la piccola valle, è dall’altra parte. Ma noi siamo svegli, oddio, siamo attenti, od-oddio, siamo…..o signur! Proseguiamo per la località di Rudicchio con i suoi pratoni panoramici e, dopo aver fatto funzionare la mandibola, arriviamo a Disdiroli. Scendiamo verso il Vai di Sotto, uno dei primi insediamenti abitativi della valle, e proseguendo verso Coegia ritorniamo, con un bel e, soprattutto, selvaggio giro ad anello, in quel di Locatello. Altro “Pellini” dalla Moira e un Parapampoli (liquorino di vino, caffè e miele) dal Galdi.