lunedì 17 febbraio 2020

GALDI
16 febbraio 2020


Apro l’uscio di casa e…

Oggi sono nella Valle dell’Oro, con un percorso semplice, alla scoperta di bellezze storiche artistiche uniche incorniciate da un ambiente naturale molto spettacolare. Il percorso si snoda lungo un’antica mulattiera che attraversa splendidi boschi e che conduce sulle alture di Civate dove sorge il complesso monastico di San Pietro al Monte, uno dei più bei monasteri romanici della Lombardia. 

Il Cornizzolo è una delle vette del triangolo Lariano, con la sua caratteristica forma appuntita e la sua enorme croce, che svetta sui laghi dell’Alta Brianza. Il sentiero parte da Civate m290, paesino poco distante da Lecco, e precisamente dalla Via del Pozzo. Quando terminano le case, si prende per la località Pozzo e precisamente per il Crotto del Capraio. Il sentiero è in sostanza in piano fino alla Cascina dell’Oro, dove inizia la mulattiera acciottolata di montagna che nell'ultima parte sale a gradoni. Entriamo nel bosco e ...iniziamo a salire!. Il percorso vede alternarsi alcuni tratti quasi pianeggianti e altri ripidi, ma alla fine la fatica è presto ripagata dallo spettacolo dinanzi a noi: il complesso benedettino di San Pietro al Monte m660. All'ingresso sono accolto con l'antichissimo motto benedettino "ORA et LABORA". La chiesa sorge su un bellissimo prato ed è circondata da un panorama mozzafiato sulla Brianza, i monti lecchesi e il lago di Annone. La leggenda delle origini del monastero narra che l'ultimo re longobardo Desiderio vi costruì un cenobio nel 772 in ringraziamento per la miracolosa guarigione dell'occhio del figlio Adelchi grazie alle acque di una fonte, che tutt'oggi scorre vicino alla chiesa. Sono immerso in un’atmosfera quasi magica e decido di prendermi una piccola pausa per ammirare i numerosi e pregevoli affreschi della chiesa (visitabile tutti i giorni festivi). Sono fortunato: la S. Messa non è ancora iniziata e posso curiosare!. Gli attuali edifici di stile romanico datano all’XI secolo. I monaci presenti a Civate sin dall’alto medioevo furono dapprima i Benedettini ed in seguito gli Olivetani. Il monastero cessò la sua attività, con le leggi napoleoniche e la soppressione dell’ordine, nel 1798. Il complesso si compone di tre edifici: la basilica di San Pietro, l’oratorio intitolato a San Benedetto e quello che era il monastero. Qualche chicca: per un discorso più lungo vi consiglio di andare sul loro sito: www.amicidisanpiero.it. Ingresso: lo scalone centrale conduce al pronao semicircolare, corredato da bifore. Sul portale è raffigurata la Traditio Simboli con Cristo che consegna a San Pietro le chiavi, simbolo del potere della Chiesa, ed a San Paolo il libro della Parola. Navata: un grandissimo meraviglioso affresco racconta un intero brano dell’Apocalisse. Una donna partorisce, mentre un drago con sette teste minaccia il bambino; intervengono le schiere angeliche, comandate dall’arcangelo Michele, che vincono la battaglia; il bambino è posto nella mandorla centrale ed Egli non è altri che il Cristo Vincitore seduto sul trono. Ciborio: posto sopra l’altare. Sui capitelli delle colonne l’aquila, il bue, il leone e l’uomo rappresentano gli Evangelisti. Sul frontone, Cristo sulla croce è affiancato dalla Madonna e da San Giovanni Evangelista, mentre in alto sono presenti il Sole e la Luna. Cripta: dietro l’altare è raffigurata la Crocefissione, col Cristo, la Madonna, San Giovanni Evangelista e i due soldati. E’ la parte più antica della costruzione architettonica ed un tempo era decorata con stucchi, ora in molta parte scomparsi. Sei colonne in granito sostengono la volta a crociera.
Da ringraziare assolutamente gli amici di S. Pietro al Monte che salgono regolarmente a sistemare la struttura.



















Dopo aver ammirato il bellissimo monastero, faccio una capatina alla “famosa” sorgente con tanto di avello sepolcrale longobardo. Proseguo per il sentiero che risale nel bosco: stavolta la pendenza è costante e sicuramente piuttosto decisa. Si arriva al rifugio Marisa Consiglieri m1110. Salto i pizzoccheri e, proseguendo sul ripido prato, raggiungo la vetta del Monte Cornizzolo m1240, dove “tiro il fiato” ai piedi della grande croce. E’ molto conosciuto dagli amanti del parapendio e degli alianti. Il panorama da quassù è veramente meraviglioso: anche se la giornata è piuttosto “opaca” mi sembra di toccare le Grigne, i Corni di Canzo e il Resegone che svettano sul Lago di Lecco. E che dire dei laghetti della Brianza “appena” sotto di me? Ritorno al rifugio e, saltando la polenta con coniglio, prendo il sentiero che scende seguendo la cresta erbosa/boschiva, sempre ben segnalato. I panorami non si contano: un bel "mannaggia" per la giornata! La sorpresa è il sasso di San Benedetto: non me lo ricordavo proprio!























TRAKER GPS: lunghezza km8.850 - dislivello m1020.
Davvero spettacolare!!!

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