lunedì 11 ottobre 2021

 GALDI - 10 ottobre 2021


DISTANZA km 11.690 - DISLIVELLO m520 in salita, altrettanti in discesa

Decido per un’escursione non impegnativa, vicina, sui monti di casa. La scelta cade sull’anello Monte Zucco - Pizzo Cerro da S. Antonio Abbandonato, cime salite più volte, ma separatamente. Raggiunto S. Antonio Abbandonato m987, disposto su di un crinale molto panoramico che fa da spartiacque tra la Val Brembana e la Val Brembilla, lascio l’auto nel parcheggio vicino all’imbocco del sentiero in direzione Rifugio Monte Zucco (Baita GESP) ai Foppi - Monte Zucco. Bello il sentiero-mulattiera, ben tenuto e con buona segnaletica, che corre tra boschi di prevalenti faggi e carpini neri, alternati a radure prative con casolari sparsi. Raggiungo la località Foppi, dove sorge il Rif. Monte Zucco del G.E.S.P. (Gruppo Escursionisti San Pellegrino), m1150. Non salgo alla vetta del Monte Zucco perché…: è un sentiero prima in falsopiano tra pittoresche radure prative che poi si trasforma in una breve ma decisa salita raggiungendo la vetta del Monte Zucco m1232 dove sorge una croce di ferro di circa venti metri, progettata dall’architetto Alberto Fumagalli, realizzata con molta abilità dai Soci del G.E.S.P., utilizzando pezzi di traliccio elettrico. Accanto alla croce, è stata costruita, sempre dai Soci del GESP, una cappella in cemento con vetri di Murano a ricordo dei Sacerdoti di S. Pellegrino, Lorenzo Dossi e Giuseppe Falconi. Con una buona visibilità, è spettacolare il panorama di vetta sulla sottostante, a picco, S. Pellegrino Terme e verso S. Giovanni Bianco, la media Valle Brembana e i suoi monti già innevati. Dal Rif. Baita G.E.S.P. ai Foppi, dopo un buona tazzina di moka e una bella chiacchierata, continuo nell’anello programmato, prendendo il sentiero in direzione Passo Crosnello - Pizzo Cerro. Sentiero mai percorso prima, che si rivela un po’ più lungo del previsto (questo il motivo della mia non salita in vetta!). Dopo un breve tratto in falsopiano, il sentiero prosegue in traverso in decisa salita-discesa i versanti dei monti Zuccone m1262 e Corno dell’Arco m1268, per continuare, sempre in salite e discese, traversi e falsipiani, tra boschi di prevalenti faggi anche secolari, che sembra non finisca mai ma sempre ben marcato dai segni bianco /rossi del CAI e da una marea “industriale” di bolli gialli. Arrivato al Passo del Crosnello m1113, dove sorge una caratteristica antica “Tribulina”, anziché percorrere il sentiero segnato, imbocco la variante dei “Roccoli” che si snoda tra spettacolari faggete passando per ben quattro bei roccoli (Ol Rocol de la Tribülina, Ol Ruculì, Ol Ruculù, Ol Rocol di Spadì). Nella traversata ammiro un vero giardino di arte botanica nelle splendide strutture “architettoniche” delle piante che attorniano i roccoli. Superato l'ultimo roccolo, il più bello, quello degli Spadì, ripreso il normale sentiero e, raggiunto il colletto soprastante, imbocco il sentiero per raggiungere il Rif. Lupi di Brembilla m1250, Pochi passi e sono ben presto alla vetta del Pizzo Cerro m1285, sulla cui panoramica cima sorge una bellissima Cappelletta dedicata alla Madonna dell'Alpino. Dopo numerosi scatti fotografici, m’incammino sulla via del ritorno, facendo una sosta di “polenta” presso il rifugio, e, scendendo di buon passo, mi abbasso a Catremerio m988. Splendido borgo rurale antico di montagna, adagiato tra verdi pascoli e folti boschi, sulle pendici del Monte Cerro, ricco di storia, gode di una posizione invidiabile e soprattutto di una singolare architettura rustica delle sue due contrade: Catremer di là dei Balos (furbi) e, oltre la Chiesa, Catremer di qua di Sgarbui (avvocati). Da Catremerio rientro a S. Antonio Abbandonato seguendo la strada asfaltata, ammirando il tentativo di tramonto del sole che si abbassa sulla cresta del Linzone - Tesoro - Ocone - Resegone.





Vietato salire sulle piante con la motocicletta













Quassù lontano dalla miseria della vita comune si può intendere
il sublime linguaggio della natura e sentirsi più vicini a Dio

Pizzo Regina














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