venerdì 21 luglio 2023

 EDO & GALDI
semper 'n gir
20 luglio 2023

Andiamo a respirare in quota, in Alta Val Brembana. Si parte da località Fraccia m1600 a Mezzoldo. Il punto più vicino dove parcheggiare è lungo percorso che porta al Passo San Marco, all’altezza del tornante n. 9. Nel primo tratto dell’itinerario si alternano boschi, prati e torrentelli facilmente attraversabili. Un impegno un po’ più duro è far spostare le mucche dal sentiero. Ma l’Edo, vecchio malgaro, fortunatamente conosce il trucchetto!. Arrivati alla Baita Alpe Arale m1665, si comincia a salire nel prato con una serie di piccoli e numerosi tornanti che si guardano in faccia uno con l’altro. Salutiamo il nostro amico malgaro all’Alpe Azzaredo m1795 e gli prenotiamo il Formai de mut per il ritorno …mi raccomando, due bei pezzettoni! Lo zaino peserà ma …siamo in discesa …dopo! Passata l’adiacente Stalla della Casera m1806, in un ambiente molto verde e sconfinato, si arriva alla Baita Arletto m1860. L’ultimo tratto da percorrere sono dei gradoni in parte scavati nella roccia e in parte composti da grandi pietre. Sopra le nostre teste appaiono tre piccole piramidi di sassi con le bandierine (quello che il vento ha lasciato!) che annunciano l’arrivo al nostro rifugio Balicco m1983. A fianco della Baita Laghetti (oggi quasi completamente asciutti tranne …una pisciatina!) il Rifugio Marco Balicco è collocato nel cuore della Foresta Regionale Azzaredo-Casù in cima all’Alpe Azzaredo. E’ una deliziosa baita di legno di larice integrata perfettamente con la pietra che caratterizza le tipiche baite orobiche. Siamo immersi nella natura con ampi prati, tanto verde e un impagabile panorama montano. Siamo in anticipo per il pranzo: saliamo al vicino Bivacco Zamboni o Baita di Cima m2007. Proprio i massi la fanno da padrone lungo il percorso e l’area circostante il rifugio dove è possibile individuare i cosiddetti “bàrek”, recinti di pietra realizzati con l’obiettivo di contenere il movimento degli animali e segnare i vari confini territoriali tra i pastori. Sono a loro volta accompagnati dai “karek”, mucchi di sassi utilizzati per liberare i pascoli. Scendiamo al rifugio attraverso i vasti prati notando la presenza di numerosi massi di granito bianco. Ed ora mettiamo le gambe sotto il tavolo: la piccola Arianna, molto timida con gli ospiti, avvisa che ci sono le pennette alle ortiche con granella di nocciola. Come fare a contrariarla!































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