lunedì 3 luglio 2023

 Galdi, semper 'n gir
2 luglio 2023
Ognuno di noi ha le sue regole, chiamiamole così! Il tempo che ci metto a percorrere la distanza in macchina, o in pullman, per raggiungere il luogo di partenza (andata e ritorno) della scarpinata deve essere inferiore a quello che passo a camminare. Così oggi, tranquillamente, resto in valle, dopo l’abbuffata di macchina di metà settimana… Bel giro ampio, conosciuto, …lunghetto ma tranquillo! Certo, manca il lago!. Il solito caffè e le solite due chiacchiere prima di partire: dagli ultimi “andanti” di Fuipiano si vede alla bassa un giallastro di…calura! Dal paese salgo verso l’acquedotto e, uscendo dal fresco bosco in zona Piazza …nebbia! Si vede solo davanti alla punta del naso: le stalle e le ragazze sembrano sospese nell’aria con il loro perimetro non ben definito. Girano nebbie nervose che disegnano scenari di luce che cambiano colore, sfumatura a seconda dell’incidenza della luce. Salgo, scegliendo il sentiero un po’ più lungo, che porta, con una lunga traversata, fino ad un mammellone della Piacca. Erba alta e bagnata: le ragazze occupano il sentiero e non si vogliono spostare…una in particolare. Do in cambio del passaggio una caramella …accetta l’offerta e si sposta. Giro intorno al mammellone e sbuco alla Bolla di Valmana: allo stagno il mare di nebbia vorticoso è sostituito dalle nuvole. Compro la mia Formai de Mut all’Alpe del Paglio e faccio mettere le due casette sulla tessera del GiraRifugi. Il solito eroe da fumetti gira a torso nudo. Alcuni ciclisti, con la batteria, fanno finta di arrivare stremati ai tavolini, tutti belli apparecchiati in attesa del “puttanaio” di gente del mezzogiorno. Prendo la sterrata che porta al Passo del Palio: il panorama si mostra, tra ampi spazi blu, con la ValTaleggio e la ValSassina. Ma, al passo, rientro nella nebbia. Scendo alla Sorgente Fonte Serrata: un ragazzo sta facendo il bagno nell’acqua fredda: quasi quasi gli faccio le foto e poi vado a ricattare la moglie!. Proseguo fino agli amici del rifugio Resegone: auguri! Quest’anno compie dieci anni. Due, tre, quattro chiacchiere con l’amico Camillo, il presidente, una casetta sulla tessera e via sulla strada del ritorno, incontrando la massa di gnam-gnam della domenica. Scendendo di quota nuotando nel caldo.





















pensiero lib(e)ro
tratto da Il Moro della Cima” di Paolo Malaguti - 2022 - Einaudi

Di solito è il più piccolo che ribatte qualcosa: con la scusa che serve messa, ogni tanto si ferma dal prete a fare qualche esercizio di lettura, e così ha la lingua più sciolta. “Mare, se con le vostre ciacole si ingrassassero i cristiani, oramai non passeremmo nemmeno più dalla porta!”.
“Eh,” geme la donna segnandosi, “ridi, ridi, screanzato. Per te è tutto un circo. E’ perché ti ho slevato sotto vendemmia, e c’era il mosto per l’aria che ti ha imbriagato il sangue”.

…a forza di sentirselo ripetere, gli è venuto il dubbio di non essere a posto, di non avere tutte le fascine al coperto.

E’ una scena da vedere, il filò dai Bacheti, perché hanno, sì, la stalla più grande del paese, con più di trenta bestie, ma è stretta e lunga, e non ci si può mettere in cerchio, quindi ci si siede tutti in fila, sul gradino di mattoni che corre lungo il muro con le piccole finestre rettangolari, e in questo modo la compagnia si ritrova seduta a contemplare i culi delle vacche. Così ogni sera viene scelto uno che se ne sta per tutto il tempo a guardare con attenzione le vacche, e non appena una di loro alza la coda, quello grida “La Mora!” o “La Bianchina!”, e chi si ritrova sulla traiettoria di tiro della Mora o della Bianchina ha solo pochi istanti per spostarsi, per non venire battezzato.

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