lunedì 30 novembre 2015

U.O.E.I - Sezione di Bergamo
29 NOVEMBRE 2015 - Padova
Gita turistica alle città fortificate di Montagnana, Este 
e all'ex-monastero di S. Salvaro.

Sii! Anche un mangiachilometri come me, ogni tanto quasi mai, fa il turista ...per caso!
Molti "lasciati" a casa a curarsi ...l'esaurimento dei posti!
Molti volti femminili per me nuovi. Sono le cosiddette "mani lunghe", il terrore delle opere d'arte:
saccheggiano, all'ingresso dei vari monumenti, i depliantssss...enza lasciare ...l'obolo!
La nostra guida, di professione Alice, si è molto dilungata nelle spiegazioni in modo colto ed erudito.


Montagnana è una città fortificata racchiusa in mura coronate da merli di tipo guelfo
scandite da ben 24 torri e da due fortezze.


Eccoci alla Rocca degli Alberi presso la Porta Legnago...


...e al Castel San Zeno presso Porta Padova.



 All'interno del borgo si erge maestoso il celebre Duomo, vero scrigno d'arte,
con la Trasfigurazione di Cristo del Veronese nella pala dell'altare.


 
Ci spostiamo ad Urbana per visitare e, soprattutto, pranzare all'ex monastero di San Salvaro (Santissimo Salvatore).
Poco conosciuto, vorrei soffermarmi approfittando di un bel trittico all'interno delle sale.
Il monastero di San Salvaro, fondato nel 1181, venne affidato ai "monaci" agostiniani, che lo ressero per più di due secoli. Esso dipendeva dal monastero di S. Maria delle Carceri. I monaci, che erano anche preti, si occuparono quindi del servizio religioso e della cura delle anime. Col tempo, l'abbazia si arricchì per le molte donazioni.
Nel 1408, agli Agostiniani subentrò la Congregazione benedettina dei Camandolesi, che ressero il monastero fino al 1690. Il loro stemma era costituito da due colombe rivolte verso un calice. Essi seppero amministrare bene il loro cospicuo patrimonio, di oltre 600 campi coltivati specialmente a cereali, vigneti e prati per greggi ed armenti.
La vita dei monaci era austera: essi dovevano indossare abiti semplici e poveri, mangiare e bere con moderazione, parlare poco, ubbidire sempre ai superiori. Le giornate trascorrevano in un alternarsi di preghiera e lavoro: attività agricole e artigianali, trascrizione di manoscritti, produzione di farmaci, insegnamento e assitenza. 
Opss!! Ho sbagliato foto. Scusatemi!!
Però non ho mai visto un gruppo cosi...unito e che segue con scrupolo quello detto sopra!

A S. Salvaro risiedevano in media 6-8 monaci, con punte di 15 ed uno solo nell'emergenza. Essi reggevano la parrocchia e si distinsero, oltre per gli studi e la preghiera, anche per il lavoro intelligente e la carità verso bisognosi e sofferenti. Le terre si coltivavano con l'aiuto di servi e coloni.
Il monastero riscoprì il valore del lavoro, il cui fine non era il guadagno, ma la salvezza eterna, essendo una forma di preghiera: "L'ozio è nemico dell'anima. Perciò i fratelli devono occuparsi per un tempo determinato nel lavoro manuale e per altre ore nella lettura sacra" (dalla regola di S. Benedetto).
I monaci si organizzarono in modo da essere autosufficienti: in ogni monastero c'erano l'orto, il mulino, la chiesa, la cucina, le stalle, la biblioteca, i fienili, le barchesse, i magazzini... Ogni abbazia aveva le proprie dipendenze: fattorie, centri per il raccolto o granze, chiesette,... Accanto ai monaci c'erano dei laici, i conversi, che li aiutavano.

L'antica Este/Ateste/Athesis/Adige è patria di una dinastia importantissima del periodo medievale:
la Casata dei Marchesi D'Este (da est!).
Il Castello Carresese del 1339 fa da cornice ad un parco pubblico ricco di piante e fiori, dove poter ammirare...

...il Mastio sulla sommità del colle


...la Rocca del Soccorso.
Nel cuore della città merita una tappa obbligatoria...


...la Torre dell'Orologio...


...il Duomo barocco con le reliquie della Santa e con la celebre pala del Tiepolo (Santa Tecla libera la città di Este dalla peste del 1630).
Pultroppo quest'ultima è in restauro e non l'abbiamo potuta vedere. Peccato!
Siamo all'imbrunire e la temperatura si avvicina allo zero.
 Un pò di...Tiepolo ci faceva piacere!

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