domenica 8 settembre 2019

GALDI - 7 settembre 2019

Oggi resto “in casa” e approfitto del buco "temporalesco" tra venerdì e domenica. La "mia" valle (Imagna) è immersa nel verde della natura, con numerosi percorsi e sentieri: vado al rifugio Azzoni e alla sua croce. 
Il Resegone, detto anche Monte Serrada, è una montagna delle Prealpi Orobiche. Alta m1875, è posta a confine tra la provincia di Bergamo e quella di Lecco. Il suo nome deriva dall’italianizzazione del termine lombardo resegón (grande sega): le sue punte principali ricordano, infatti, la lama di una sega. Il nome Serrada, invece, deriva dal fatto che, per la sua posizione, chiude le valli circostanti. Alto e scosceso dal versante lecchese, con le sue forme aguzze e i suoi torrioni a guardia del lago di Lecco, si trasforma in una docile montagna se visto dal versante bergamasco. Quattordici punte lanciate verso il cielo come dita protese nell’atto di afferrare le stelle che sembrano quasi di poter toccare. E’ costituito da roccia di tipo calcareo-dolomitico ed è di origine marina. Infatti, è emerso dalle acque un centinaio di milioni di anni fa, presumibilmente nei pressi di Valtorta (alta Valle Brembana), ed è poi scivolato lentamente fino ad assestarsi nella sua attuale posizione. 
E’ difficile raccontare con parole “nuove” il percorso avendolo ripetuto dozzine e dozzine di volte. Ci provo. Raggiungo Fuipiano Imagna, il tetto della valle, fino all’inizio della strada agrosilvopastorale, posto che noi chiamiamo “la sbarra” (Brumano). Qui parcheggio. Il sentiero inizia con una strada in terra battuta, prima pianeggiante poi in leggera salita, tra boschi di faggio e pascoli, superando alcuni casolari. In località Palio (Valle del Tetto), vicino a dei ruderi, si lascia la strada sterrata e s’imbocca il sentiero che sale passando sotto alcune baite (le case del Carlo Bel) tra estesi prati, e giunge nei pressi di una valletta (Foo del bùs) e di un grosso faggio: stiamo passando davanti al Rifugio del Grande Faggio. Due chiacchiere con il proprietario: la volpe gli ha portato via il tacchino più grosso! Si taglia la strada sterrata presa in precedenza e, dopo aver passato una pozza di acqua per abbeverata, tra prati e faggeti, si giunge alla Costa del Palio m1390 dalla quale si può vedere il paese di Morterone. Da questo punto possiamo prendere il sentiero segnato CAI che risale in salita nel bosco (lo farò al ritorno!). Scelgo il sentiero pianeggiante che passa davanti al “Pojat” e alla “Calchera”, dove i nostri nonni preparavano il carbone di legna e la calce, e prosegue verso la sorgente “Forbesette”. Si percorre un bel bosco (non ho mai visto una fioritura di ciclamini come quest’anno!). Uscendo dal bosco passo in un ambiente più aperto e roccioso. Si nota già la croce di ferro della Punta Cermenati m1875. Il sentiero oramai sassoso continua in decisa salita fino a giungere a un colletto, dal quale si arriva in pochi minuti al rifugio Azzoni. Al ritorno un doveroso saluto agli amici del Rifugio Resegone del CAI di S. Omobono terme e via alla macchina: le solite due gocce di acqua!



Lascio posto alle fotografie che potrebbero sembrare ripetitive, ma sanno rendere meglio l’idea di ciò che “non” sarei in grado di raccontarvi, cioè la descrizione di un panorama unico!
















Però vi menziono i nomi delle quattordici cime della ”sega”; so che non ve ne può fregare niente ma sono un precisino e un pignolo. Dalla Passata… la Cima Quarenghi m1659, la Cima di Piazzo m.1640, la Cima dei Solitari m1626, il Pizzo di Brumano m1756, il Pizzo Daina m1864, la Torre di Valnegra m1852, la Punta Cermenati m1875, la Punta Stoppani m1849, la Punta Manzoni m1801, il Dente m1810, la Cima Pozzi m1810, il Pan di Zucchero m1758, il Pizzo dei Galli m1759 (raramente citato tra le vette del Resegone), il Pizzo di Morterone m1758...al Passo del Giuff.
Ciao...e buon temporale a tutti!!

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