venerdì 1 novembre 2019

EDO, EZIO & GALDI
31 ottobre 2019
…ma noi partiamo da San Pellegrino!

Tempo dei morti: nuvoloso con un’arietta frizzante, ma ci scaldiamo subito con doppia dose di allegria. Dopo aver passato la nota fabbrica San Pellegrino, famosa in tutto il mondo per la sua acqua minerale, troviamo posteggio presso il grande piazzale del mercato vicino a una delle tante ex stazioni dell’ex linea ferroviaria della Valle Brembana.


Ci dirigiamo verso il Campo sportivo dedicato ad Angelo Quarenghi: chiamato affettuosamente Angiolino, nacque a San Pellegrino Terme nel 1924. Conseguì la laurea in medicina e poco dopo si unì al fratello maggiore Valentino nella direzione della Casa di Cura voluta dal padre dottor F. Merino (oggi Villa Serena o meglio conosciuta come Clinica Quarenghi). Durante un soggiorno dell’F.C. Internazionale a San Pellegrino, il figlio di Helenio Herrera s’infortunò a un braccio e fu accompagnato in clinica dal massaggiatore Della Casa. Il dottor Quarenghi lo prese in cura e Herrera, colpito dalla professionalità e dalla personalità del dott. Angiolino, gli propose di entrare nel suo staff tecnico. Così divenne il medico della grande Inter per ben diciassette anni. 
Raggiunta la vecchia stazione di San Pellegrino superiamo una centrale idroelettrica e attraversiamo alcune gallerie raggiungendo San Giovanni Bianco. Attraversandole giochiamo al “giuann giusepp tuutuuuuu” fino ad arrivare al piazzale del mercato: tante bancarelle, molte persone, ma si sa che “…con una donna e una gaina se fa el merca del giuedì matina”. Attraversiamo altre spettacolari gallerie scavate nella roccia viva, illuminate in modo suggestivo dal basso, e raggiungiamo velocemente le abitazioni di Camerata Cornello. Saliamo l’acciottolata che ci porta…




















Oggi da Cornello dei Tasso non passa quasi più nessuno. Sembra incredibile ma, nei secoli che furono, questo piccolo ma incantevole borgo della Val Brembana, era attraversato da una gran quantità di mercanti che, percorrendo la via Mercatorum, attraversavano la vallata per raggiungere la Valtellina. Cornello dei Tasso è uno dei borghi medioevali più belli e meglio conservati d’Italia; un tempo era al centro dei commerci che si svolgevano lungo la Via Mercatorum e, come tale, era sede di un importante mercato. Questo fino a quando, sul finire del Cinquecento, con l’apertura della Priula, la nuova strada di fondovalle, rimase isolato e perse la principale funzione di raccordo fra la Media e l’Alta Valle. Il secolare isolamento ha però favorito la conservazione architettonica del borgo e in modo particolare della lunga Via Porticata che lo attraversa. Cornello ha legato il suo nome a quello della famiglia Tasso, conosciuta non solo per aver dato i natali a due grandi letterati, Bernardo Tasso e il figlio Torquato, autore del poema “La Gerusalemme Liberata”, ma anche perché i diversi rami del casato detennero per secoli il monopolio del servizio postale tra l’Impero Tedesco e gli Stati d’Europa. A un livello al di sopra della Via Porticata s’incontra l’attuale centro abitato dove, accanto ad abitazioni recenti si possono ammirare edifici antichi, in uno dei quali è aperto il “Museo dei Tasso e della Storia Postale”. In posizione più alta sorge la chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano, la cui struttura originale risale al XII secolo. La chiesa è sovrastata dall’alto campanile illuminato da belle finestre bifore, unico esempio di stile romanico nella valle. Conosciamo Rose, una tipetta simpatica, allegra e un po’…porcellina!


Lasciate le ultime case di Cornello dei Tasso, scendiamo decisamente sul fondo di una valletta; qui si risale fino a una Santella di famiglia per poi arrivare al dosso dove sorge l’Oratorio di S. Anna. Uno sguardo attraverso le finestre aperte e ai magnifici affreschi sul timpano.





Oltrepassato con un ponticello (i colori dell’autunno cambiano il paesaggio!) un profondo canalone il sentiero si trasforma in una larga mulattiera semi-pianeggiante selciata, che ci conduce a Oneta: località che la tradizione identifica come patria di Arlecchino. La vista del borgo, un pugno di case che, pur restaurate, ha mantenuto l’aspetto e le caratteristiche originarie medioevali, invita a una sosta. Giunti nella piazzetta sottostante s’incontra l’edificio signorile di epoca quattrocentesca noto come “Casa di Arlecchino”; all’interno interessanti affreschi illustrano le gesta di Alberto Naselli, detto Ganassa, primo interprete della famosa maschera della Commedia dell’Arte. Percorrendo la Via Porticata della contrada si scoprono particolari architettonici e artistici che, dopo secoli, sono ancora ben conservati. E’ bella la chiesetta del Carmine sulla cui parete esterna un grande San Cristoforo, insieme con altri Santi proteggeva i viandanti che percorrevano la Via Mercatorum, la più antica strada della Valle Brembana. Trippa (o busecca), un buon bicchiere di rosso, caffè e si riparte per San Giovanni Bianco, prendendo la ciotolata che, tramite un ponticello in pietra, ci riconduce sulla ciclabile.







Puntiamo decisi a bere un buon caffè dal Bigio noto locale dal 1934. Visitiamo velocemente il paese: si può ammirare uno dei più importanti centri termali italiani che nel corso del Novecento raggiunse fama internazionale. In piena Belle Époque, le Terme, il Grand Hotel e il Casinò di San Pellegrino hanno ospitato i più facoltosi visitatori europei: un tripudio di architettura Liberty che anche nei decenni successivi ha continuato ad attirare famiglie reali, attori e Nobel della letteratura italiana.


Sul fiume ci aspetta Fenny per mostrarci la sua eccezionale arte di volo partendo da fermo. Trovo un pallone e, per non farlo vedere alle persone passanti lo nascondo sotto… 



Molta, molta allegria…gran bella giornata.


Nessun commento:

Posta un commento