GALDI - 15 agosto 2020
Alberi: pilastri del Cielo, i cui fusti
sorreggono la volta celeste impedendole di caderci in testa.
Nei territori rurali le piante sono sempre state fonti di ricchezza materiale: legna da ardere, lettiera per gli animali, travi per i tetti. Difficile che una pianta, anche appartenente a una specie longeva e capace di crescere molto, potesse diventare vecchia e raggiungere dimensioni ragguardevoli, monumentali appunto. Solo in particolari situazioni alcuni alberi fortunati venivano risparmiati, permettendo loro di campare più dei loro confratelli: se usati per riparare il bestiame dal sole, i meriggi dei pascoli alpini, o se cresciuti al bivio di due strade, come riferimento geografico, oppure al confine di due proprietà, come termine catastale. Per questo è così raro trovare alberi monumentali in bosco: attorno al Resegone, le innumerevoli aie carbonili che ancora si possono individuare all’interno delle faggete testimoniano l’intenso sfruttamento della risorsa legnosa operato dall’uomo per fare il carbone vegetale, destinato ad alimentare fucine e forni fusori lecchesi. Lungo il sentiero dei Grandi Alberi si incontrano piante, soprattutto faggi, di notevoli dimensioni proprio perché la maggior parte di esse erano meriggi.
Il sentiero ha la partenza e l’arrivo a Morterone
m1085. Calcolando solo l’anello è lungo circa km7,2, con un dislivello di m300
in salita e altrettanti in discesa e un
tempo di percorrenza di h3.00 (5.30 con le varianti). La mia partenza e
l’arrivo sono dal Passo del Palio m1363, che devo raggiungere da Brumano
località Sbarra, perciò la descrizione degli alberi, per il mio senso di
cammino, è sfalsata ma i numeri corrispondono alla locazione.
6. La Costa
del Palio: 5 piante di faggio quota m1270 - 1280 diametro cm86 - 117.
L’uomo, nei secoli passati, ha allargato le praterie per avere più erba da dare
agli animali. Con l’abbandono di molte arre pascolive, il bosco tende a
rioccupare il territorio “che era suo”.
7. La Val di
Campècc: 4 piante di faggio quota tra m1230 -1250 diametro cm96 - 134. La
valle costituiva un confine fisico per gli abitanti di Morterone: il limite tra
le aree che non ricevono il sole d’inverno, abitate quindi solo dai Bergamini
durante i mesi estivi, e quelle dove il sole riesce a scavalcare la Costa del
Palio, consentendo quindi di risiedervi tutto l’anno. Un tempo isolate nel
pascolo, oggi queste piante sono circondate dal bosco cresciuto negli ultimi cinquant’anni.
I faggi cresciuti sempre in bosco hanno fusto liscio, senza rami fino in alto,
mentre quelli cresciuti isolati presentano diramazioni fin dal basso.
8. Il Piano
di Costa: 3 piante di faggio quota m1240 -1250 diametro cm89 - 137 e 1 di frassino
diametro cm86. Le piante monumentali sono allineate a costituire un suggestivo
filare; fra queste si trova il faggio più grande dell’intero percorso: cm137 di
diametro. La località Piano di Costa, in posizione dominante, presenta alcuni
edifici dai tipici tetti in pietra spioventi, purtroppo ormai mal ridotti.
Accanto all’ultimo rudere si trova una curiosa coppia di frassini di dimensioni
ragguardevoli. Dai frassini si ricavava la frasca, usata come foraggio per gli
animali. In questi prati, oltre a cavalli, vacche e pecore, pascolano
consistenti branchi di ungulati, soprattutto camosci, che si giovano del divieto
di caccia.
1. La Costa
Baita. 4 esemplari di faggio quota m1100 -1120 diametro circa cm100
ciascuno e altezza di m26-28. Lungo l’agro-silvo-pastorale per Frasnida si
trovano alcuni faggi monumentali: “corrono”
lungo l’antica mulattiera per Morterone, caratterizzata da una magnifica
scalinata in pietra che risale il versante. La zona è chiamata Costa Baita
perché vi si trovava un grande edificio rurale (Baita), di cui oggi restano i
ruderi.
2. Le piante di Frasnida. Il nome di
Frasnida indica la presenza di frassini nella zona. Una breve deviazione a
Frasnida bassa consente di visitare la frazione più caratteristica di
Morterone, che ha conservato ancora gli edifici rurali dal tipico tetto
spiovente in pietra, alcuni con ballatoio esterno in legno, e i fienili dal
caratteristico portale a “T”. Un tempo tali edifici erano più numerosi: la
frazione aveva una macelleria, stalle, e una fabbrica artigianale di utensili
in ferro. 1 coppia di faggi gemelli
diametro cm100/altezza m22, una betulla
diametro cm60/altezza m20 e un frassino diametro cm90/altezza m24, a una quota
tra m1103 e m1.140 (m1150 verso lo Zucchero). Questo tratto di percorso è
particolarmente ricco di edifici rustici. Sparsi nel bosco e lungo il sentiero
si trovano i ruderi di baite, fienili e portici, un tempo adibiti a ricovero
del bestiame.
3. Il Poncione. Acero campestre (ceppaia con il pollone più
grosso di cm40 e 3 piante di faggio diametro cm112 -cm134 (due fusti saldati)
quota m1190 -1220. Il nome indica il promontorio, luogo elevato. La presenza
dell’acero, una pianta amante del caldo ad una quota così elevata è piuttosto
eccezionale. La lunga dorsale della Costa del Palio, costituita da roccia
calcarea stratificata, è povera di acque superficiali: l’unica possibilità di
approvvigionamento idrico è rappresentata da alcune sorgenti, situate in
piccoli impluvi. L’uomo in passato le ha sfruttate costruendovi vasche: Funtanì dol Merlo, Funtanì Grand, Funtanì dol
Zòcher, si possono osservare lungo il percorso.
4. La
Garibolda. 20 piante di faggio diametro attorno a cm100 quota m 1230 - m1260.
E’ la zona più ricca di faggi di grandi dimensioni di tutto il percorso. Alcuni
hanno forma decisamente insolita, frutto di potature o di particolari situazioni
di crescita (su muretti o rocce), con radici molto estese. Anche in quest’area
si riconoscono alcune aie carbonili (pojàt)
segno del passato sfruttamento del bosco a scopi energetici.
5. Cül Volt.
5 piante di faggio diametro cm90 -130 quota m1270 -1280. Il nome Cül Volt
indica l’alto promontorio che scende dalla Costa del Palio verso il canyon
della Remola, il torrente che scende da Morterone. Il tratto superiore del
sentiero corre lungo il crinale, dal quale emergono questi faggi, forse i più
maestosi dell’intero percorso perché posti sulla sommità.
Due altre “Memorie di legno” sono posizionati:
poco sopra Brumano si trova il Foo grant, uno dei faggi più belli di Lombardia: Si trova sull’antica
mulattiera che transita per il Valico della Passata lungo quel percorso
storico, dove generazioni di donne sono
passate per portare le uova al mercato di Lecco e di uomini scesi a lavorare
nelle fabbriche;
lungo la strada di collegamento tra Brumano e
Morterone si trova un altro faggio monumentale, detto Foo del Büs perché cresciuto in una vallecola.
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