lunedì 1 agosto 2022

 EDO & GALDI - 31 luglio 2022

“La costiera, formata dal deposito di tre grossi torrenti,
scende appoggiata a due monti contigui,
l'uno detto di san Martino, l'altro, con voce lombarda, il Resegone,
dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega”.
(I Promessi Sposi, Alessandro Manzoni)

Monte Serrada o Resegone. Alto e scosceso dal versante lecchese, con le sue forme aguzze e i suoi torrioni a guardia del lago di Lecco, si trasforma in una docile montagna se visto dal versante bergamasco. Quattordici punte lanciate verso il cielo come dita protese nell'atto di afferrare le stelle, che dall'alto di Punta Cermenati, con i suoi m1875, sembra quasi di poter toccare. Queste cime sono divise in due gruppi distinti: sette vette per la Cresta Nord e sette vette per la Cresta Sud. Uno stupendo percorso per quella che diventa una lunga "cavalcata manzoniana": l'ambiente attraversato è dei più affascinanti che il gruppo possa offrire: si cammina prima per boschi, poi tra pinnacoli rocciosi e torrioncini, ripidi prati panoramici e divertenti saltini rocciosi, sempre su un "facile" itinerario che richiede “solo” una certa attenzione e un po’ di esperienza. Il panorama, che lungo le creste spazia sui laghi di Como e Pusiano, regala scorci bellissimi e nelle giornate serene permette di scorgere il Piemonte e i leggendari Monte Rosa e Cervino.

Questo stupendo percorso a fil di cielo vede il suo via da Brumano, sorridente paese posto in Valle Imagna. Percorreremo le creste sud e il nostro sentiero, con indicazioni per la Capanna Monza, ci condurrà prima al Passo della Porta m1126, poi al Valico della Passata m1244, tuttora punto di confine tra Bergamo e Lecco. Un grosso cippo in pietra riporta, infatti, la scritta Stato di Milano da un lato e Stato del Veneto dall'altro, ricordando all'escursionista che questo valico, un tempo percorso da viandanti, era punto di confine tra il ducato della Serenissima e il ducato di Milano.
Ci siamo. Inizia qua il Sentiero delle Creste, che in ripida salita guadagna subito quota uscendo dal bosco e risalendo dapprima su facili prati, poi tra divertenti roccette che si superano con l'aiuto delle mani e, in parte, con una catena. Il panorama si apre spaziando a 360 gradi, mostrando le vette circostanti: tra tutte spiccano le Grigne, i due giganti di roccia conosciuti come Grignetta e Grignone. Con un ultimo sforzo, dopo tanti altri, raggiungiamo l'aera (ma spaziosa) vetta di Cima Quarenghi m1636, con cippo e medaglione di bronzo con l’effige di Giacomo Quarenghi, famoso architetto, specialmente in Russia, nato in Valle Imagna (Rota) e vissuto a cavallo tra il 1700 e il 1800 e noto per essere stato il maggior esponente italiano dello stile neoclassico in architettura; famose le sue realizzazioni a San Pietroburgo. E’ il primo dei denti manzoniani del Resegone ma, anche se con una "modesta" altezza, regala un primo scorcio sui laghi e il sottostante paese di Lecco. Il punto ideale per una pausa, ma senza fermarsi troppo a pensare. Il tracciato, con le restanti sei vette che compongono il gruppo sud, è ancora lungo e ben visibile davanti a noi. Recuperate le energie si riparte e il sentiero si fa “quasi” pianeggiante, costeggiando con tratti a mezza costa le cime che si susseguono; la via, infatti, non prosegue sempre sul filo della montagna, ma alterna tratti che scavalcano le vette, lasciando magari deluso (!) chi si aspetta un percorso sempre in cresta. Dopo un tratto in discesa, passando per la Cima Piazzo m1640, si costeggiano I Solitari m1667, tagliandone la base su bel sentiero a mezzacosta, raggiungendo una sella. Durante il tragitto la vista è spettacolare e, il Rifugio Azzoni, con l'ultima delle vette, la Punta Cermenati m1875 con la sua croce in ferro, della Cresta Sud, sembra sempre vicino, ma, come un miraggio, non arriva mai. La lucetta della benzina si è accesa: non tocchiamo il Pizzo Brumano m1756, il Pizzo Daina m1864, e la Torre di Val Negra m1852, ma scendiamo, tramite sentiero ben segnalato, tra prati e boschi, fino al rifugio Resegone m1265. In montagna bisogna avere le gambe e...la testa! Ma la fortuna arride agli audaci (noi due!) e troviamo polenta e coniglio con funghi. La fatica viene riposta in un angolo, con la pancia piena, ripagati di aver guadagnato la Cima Quarenghi (provare per credere!) con una vista magnifica sulla Brianza, le Orobie e le Alpi. Salutati gli amici (grappino) del rifugio, raggiungiamo il nostro punto di partenza passando dalle Cascine Zucchero m1163. E come dico sempre io… è bello camminare ma è anche bello stare seduti.





















Il mio ricordo (foto agosto 2007) ad un AMICO che oggi non c'è più.
 CIAO, PAOLO!















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