venerdì 5 agosto 2022

 EDO & GALDI - 4 agosto 2022

Non sempre si ha voglia di fare una faticaccia, soprattutto dopo le creste del Resegone! Il sentiero che conduce al lago Branchino dalla conca di Mezzeno m1593 è un tuffo in mezzo al sudore (troppo caldo!)…ma no…volevo dire in mezzo alla natura, ai prati verdi (la mancanza di acqua, il sole in leone e soprattutto…le pecore!) direi arsi e gialli, con facili pendenze. Però non si resta delusi dalla bellezza del paesaggio. A fianco del lago, c’è il Rifugio Branchino: un piccolo ma romantico casolare a m1796 in cui si respira l’aria di casa.

Poche parole per descrivere il percorso: chi va in montagna senz’altro l’ha fatto più di una volta. Si passa davanti alle Baite di Mezzeno m1600 circondate da prati: il sentiero inizia a salire e alterna tratti di pendenza facile ad altri più ripidi. La prima parte è più stretta e rocciosa, nel bosco; in seguito si apre e sembra di camminare in un “giardino” pratoso. Sprint finale, in salita, fino al Passo Branchino m1821 e… sorpresa! Il lago Branchino m1784 si scorge dall’alto, in un bellissimo panorama che ripaga la fatica. Molto ridotto ma ancora “vivo”, rappresenta una rarità perché è collocato su rocce calcaree e, non avendo immissari, è alimentato esclusivamente dallo scioglimento delle nevi e, perciò, da sorgenti sotterranee. Si adagia in una conca naturale posta tra il Corno Branchino e la Corna Piana (Arera). Il colpo d’occhio comprende tutta la Valcanale alta e il Menna. Doppia sorpresa! C’è una STARS BOX: cosè? Ispirata dai giacigli temporanei dei pastori delle Alpi Liguri, vuole essere un nuovo modo di fruire la natura. E’ una fiaba che dura una notte intera. E’ più di un nido: E’ la sintesi tra riparo e viaggio. E’ una scatola di sogni, dove ubriacarsi di stelle e illuminarsi di fresche albe. Un po’ tenda e un po’ capanna, offre protezione ma può aprirsi al cielo per mettere in scena quanto di più sa offrire la natura.
Si arriva poi al simpatico e allegro rifugio Branchino (Ardesio). Pranzare con il profumo della tipica autenticità bergamasca fuori al fresco (la sera precedente c’erano 17 gradi…porca puzzola!) è un’esperienza da provare. Si respira aria di casa: la stufa a legna, le tovaglie a quadri, il legno, il paiolo della polenta ai cinque cereali, la simpatia dei gestori,...
Lasciamo la fresca arietta, venticello direi, e scendiamo ai 38 gradi di Bergamo.


Tre poveri cristi! Il terzo? Dietro la macchina fotografica!

Mi permetta...mi consenta...



















Quassù... el fa frecc!







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