giovedì 18 giugno 2015

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CREDENZA SUPERSTIZIOSA
Valle Imagna

Quando tuona, si dice scherzosamente che sono gli angeli o il diavolo che giocano a bocce, mentre allorché rumoreggia il tuono e non si vedono i lampi, sarebbe il diavolo che batte la madre di S. Pietro, per vendicarsi del figlio che è il portinaio del Paradiso.


In proposito, gli abitanti di alcuni paesi della Valle Imagna ne sanno una ancor più stravagante. Assicurano che il giorno della festa dei SS. Pietro e Paolo (29 giugno) sarebbe immancabile un grosso temporale, perché il demonio permette, in tal giorno, alla stessa madre del Principe degli Apostoli di uscire dall’Inferno, e “Ol San Piero a l’ ghe cassa dré la scagnaa la so mare” (San Pietro lancia la sedia contro sua madre).
Ricordo mia nonna che nel tentativo di calmarmi e consolarmi, mi raccontava una storia. Questo racconto era più o meno così: "Tanto tempo fa, un diavolo, di nome Belzebù, perse tutti i suoi amici. Era un diavolo molto dispettoso che si divertiva un sacco a fare degli scherzi, a volte anche di cattivo gusto. Per questo suo carattere un po' particolare, era rimasto solo soletto, nessuno più voleva giocare con lui. Tutti i suoi amici lo avevano abbandonato. Col passare del tempo Belzebù diventava sempre più triste, non trovava nessuno a cui fare degli scherzi e quindi si annoiava terribilmente. Un giorno però ebbe una grande idea. Siccome era un grande appassionato del gioco delle bocce, Belzebù pensò di costruire un grandissimo campo da gioco, come quello dove i nonni si divertono nei pomeriggi estivi, ma molto più grande. Mise intorno al campo delle piante, dei tavolini con le sedie dove ci si poteva riposare e magari mangiarsi un gelato o bere un'aranciata. Fece anche un bel tabellone colorato, dove poter segnare i punti. Ci mise anche quell'asse di legno in fondo al campo dove le bocce sbattono quando vengono tirate molto forte. Fece tutto questo lavoro per cercare di attirare la curiosità dei suoi amici che se ne erano andati. Ma fu tutto inutile, nessuno si fece vivo. Decise allora di iniziare a giocare da solo, voleva a tutti i costi far vedere che meraviglia di campo aveva costruito. Iniziò a tirare la prima boccia, che si fermò quasi alla fine del campo, si guardò in giro, ma non vide nessuno all'orizzonte. Tirò anche la seconda, la terza, ma nessuno ancora. A questo punto Belzebù decise di farsi sentire e con tutta la forza che aveva nelle braccia tirò una boccia.


Questa andò a sbattere violentemente contro le bocce tirate in precedenza, si vide subito un lampo e si sentì un rumore assordante. Un forte tuono, appunto. Belzebù rimase sorpreso, ma felice, in quanto pensò che così facendo, lo avrebbero sentito anche gli amici più lontani. Così continuò a tirare queste bocce con forza; un lampo, un tuono e poi ancora un lampo e un tuono.... e così via".

"I demoni hanno fede, ma tremano".
Fedor Dostoevskij 

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