martedì 16 giugno 2015

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LE TENTAZIONI DEL DIAVOLO
Lago d'Iseo

Per fortuna non sempre i Diavoli riescono nel loro intento; a volte rimangono scornati e se ne tornano all’Inferno a mani vuote.


Indispettito perché a nulla avevano giovato i suoi faticosi viaggi in incognito, per procurare nuovi reprobi al suo regno sotterraneo tra i buoni abitanti dei paesini, disseminati come funghi coloriti, sui versanti montuosi che scendono a bagnarsi nell’incantevole Sebino (1), il Diavolo arrischia un ultimo colpo sui pescatori di un villaggio rivierasco, tentando d’indurre alcuni all’intemperanza del giocare e del bere.




Ma mentre sta per trascinarsi dietro di sé, nella vicina bettola, un dubbioso drappello di quella gente, ecco scendere, dal cielo che imbruniva, il suono delle campane che chiamavano alla recita del rosario e poi venire innanzi il vecchio parroco, che invita bonariamente in chiesa quei suoi figlioli spirituali, i quali lo seguono docilmente. Fuori dei gangheri per quest’ultimo smacco, il Diavolo attende il venerando parroco sulla porta della canonica e, con irata arroganza, gli dà appuntamento per la mezzanotte (si era al primo giorno di Quaresima). Appena scoccata l’ora il sire d’Averno comparve, gigantesco e spaventoso, sulla cresta del monte della riva opposta, carico di un macigno immane che lanciò, sghignazzando fragorosamente, nel bel mezzo del lago. Al primo, seguì il tonfo di due altre rocce quasi simili e vicinissime: ancora un’altra e la foce del lago sarebbe stata irrimediabilmente chiusa! Il buon parroco, che assisteva dal basso a quella scena, cadde in deliquio e, quando riaprì gli occhi, si trovò davanti all’immagine di S. Stefano, dipinto sul muro della cappella che sorge sulla sommità del monte dove il Diavolo era apparso. “O Santo, tormentato e lapidato dalle pietre,” mormorò in ginocchio, a mani giunte, il povero prete, “fà che le pietre del Diavolo non rechino sventura al mio gregge”. L’immagine del santo si animò un istante in un gesto che fece capire al parroco quel che doveva fare. Vedendo il Diavolo risalire ansimando l’erta del monte, con le spalle cariche di un altro macigno, gli mosse incontro risolutamente con una crocetta che teneva al collo, alzata sul suo capo canuto. Non ci volle altro. In un solo balzo indietro e in un tonante ruzzolone, il macigno e il suo portatore furono in fondo alla cima dirupata, accolti da un grande cratere in fiamme.


Sorgeva l’alba a illuminare lo specchio delle acque tranquille, intorno alle quali si era fatto un attonito silenzio della natura, quasi spaurita dal fragoroso rovinatore di poc’anzi. L’uomo di Dio guardò giù. Oh, meraviglia! Non più tre scogli rocciosi e bruni, ma tre isole (2) coperte della più smeraldina vegetazione, incantevoli e seducenti come sirene natanti.


(1)Il lago d'Iseo o Sebino (lac d'Izé in dialetto lombardo) è un bacino lacustre in Lombardia. Ha come principale immissario ed emissario il fiume Oglio. È situato nelle Prealpi, posto in fondo alla Val Camonica; si incunea tra le province di Bergamo e di Brescia e ospita la più grande isola lacustre naturale dell'Italia nonché la più alta isola lacustre d'Europa: Monte Isola, cui fanno da satelliti a nord e a sud i due isolotti di Loreto e di San Paolo.


(2)Monte Isola o Montisola, è la perla del lago d’Iseo, una montagna in un’isola…! Chi arriva a Montisola vorrebbe non lasciarla più, perchè magicamente ed inesorabilmente si è irretiti dai borghi dei pescatori che il tempo ha gelosamente custodito, preservandoli dalle abitudini di chi vive freneticamente le città vicine. Si è colti subito dal desiderio di guardarsi intorno, di inoltrarsi nei vicoli, di ascoltare l’acqua che dondola cautamente i naet (le antiche barche dei pescatori). E il parlare diventa lento e la voce sussurrata, come quando ci si trova in luogo sacro. Conta ben 12 centri storici: il capoluogo Siviano, Carzano, Masse, Cure, Menzino, Novale, Olzano, Peschiera Maraglio, Porto di Siviano, Sensole, Senzano, Sinchignano. A Montisola non sono ammesse le auto e l’unico modo per visitare l’isola è in bicicletta o in bus. Chi ha gambe ben allenate potrà percorrere la litoranea a piedi, godendo del verde silenzioso e delle spettacolari viste panoramiche sulla costa bresciana e sulla costa bergamasca. Nel punto più alto dell’isola, a 600 metri di altezza, in località Cure, si trova il Santuario della Ceriola: da qui il panorama lascia a bocca aperta.


Isola di Loreto: è la piccola isola del lago. Sorge a nord di Montisola. L’isola di Loreto è di proprietà privata. Nel 1400 fu costruito un convento per le suore di S.Chiara. Oggi vi è un bel castello in stile neogotico con un parco di conifere e il porticciolo.
Isola di San Paolo: sorge a sud di Montisola. L’isola è di proprietà privata. Qui vissero pescatori, monaci, nobili. Si racconta che vi fu costruito un convento grandissimo, ma nel 1700, divenuta l’isola di proprietà privata. Furono rasi al suolo sia il convento che la chiesa. Nel 1912 fu acquistata dalla famiglia Basilio che vi costruì una grande villa.


"Il più bel trucco del Diavolo sta nel convincerci che non esiste".
Charles Baudelaire

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