lunedì 6 luglio 2020

ELISA, GALDI & GRAZIA
5 luglio 2020

Per le persone che “camminano” questi sentieri per la prima volta…soddisfazione e bellezza!
Per me, che solo quest’anno è la terza volta…soddisfazione e bellezza!
Non avendo più “nuove parole” da spendere, talmente tante sono le volte che ho trattato i percorsi nella mia valle, mi concentro su alcune caratteristiche tra Corna e Piazzacava, due località del nostro passaggio. Passiamo la contrada Roncaglia m675, che si trova nel borgo medioevale che diede origine al casato del Beato Giovanni XXIII, e, arrivati a Corna Imagna, dalla Tribulina m720, che è testimone di tanti miracoli, si percorre il sentiero che conduce a Ca’ Gavaggio m826. Spicca la Cà dei Macì, epoca di costruzione 1791, un antico nucleo abitativo. Gli edifici sono disposti intorno ad una corte delimitata da un alto muro di cinta con un interessante portale. La casa padronale, riconoscibile per la posizione centrale, presenta ancora tutti gli elementi architettonici originali. A fianco ad essa sono disposti la stalla, il fienile, le abitazioni della manovalanza e i depositi. Tutti gli edifici hanno conservato l’aspetto originario, sia in pianta che in alzato, con particolare riferimento alle tradizionali coperture a spiovente in piòde.
Non può mancare un saluto, seppur veloce, al nostro nuovo amico… il piccolo Mozart
Prima dell'abitato si prende il sentiero che guadagna rapidamente quota e costeggia in alto i prati che circondano Ca’ Gavaggio. Ci si inoltra nel bosco, dapprima con alcune rapide serpentine successivamente con un lungo traverso a mezza costa. Superata senza particolari difficoltà la bancata rocciosa che per la sua evidenza contraddistingue il territorio, alcuni faggi notevoli per forma e dimensione indicano la presenza del manufatto di presa dell’acquedotto. In breve si raggiunge la Cascina Piazzacava m1054 e la sua graziosa Madonnina. Si segue il tracciato che, salendo, costeggia l’ampia radura in direzione dell’evidente bocchetta di Piazzacava m1146. In corrispondenza del passo è ancora ben visibile la struttura dell’antico roccolo m1146 evidenziata dalla disposizione a cerchio degli alberi con al centro il “casello” cioè la costruzione dove i cacciatori sostavano durante le operazioni di cattura degli uccelli. Si tratta di uno dei roccoli più vecchi della zona: l’intreccio spettacolare dei faggi pluricentenari dimostra il lavoro di secoli. Il luogo scelto non poteva essere migliore, perché passaggio obbligato per gli uccelli dalle valli Taleggio e Imagna, visto che il roccolo, collocato sul passo, è affiancato da un lato dal Monte Castello e dall’altro della costa dei Tre Faggi. La parte più antica della costruzione risale al Settecento e in questa fanno bella mostra alcune inferriate fittissime, mentre l’ampliamento porta la data 1821. Alcuni ganci per le reti di recente costruzione indicano che fino a qualche decennio fa il roccolo era in funzione, probabilmente utilizzato dai discendenti della Famiglia Berizzi di Corna Imagna, padroni di tutti i numerosi roccoli dei questa costiera. Il roccolo di Piazzacava possiede una particolarità rara, perché sul passo dove è collocato era impossibile ricavare uno spazio largo adibito a roccolo e così i costruttori hanno pensato di costruire grandi muri di contenimento a valle per poter così riempire e creare uno spazio utile per costruire l’intreccio del roccolo. Da questa particolarità, forse, prende il nome di Piazzacava, cioè di piazza scavata e ricavata con il lavoro dell’uomo.
Lasciato il roccolo il sentiero continua salendo la ripida costa che sale ai Tre Faggi, offrendo una suggestiva vista della cascina Piazzacava poche decine di metri in basso e di tutta la media valle Imagna fino a scorgere il paese di Fuipiano e da lì l’imponente figura del Resegone. Durante la salita il versante della costa cambia continuamente e in pochi metri dalla vista della valle Imagna ci si ritrova invece in piena val Taleggio. Il punto più suggestivo arriva nel momento in cui si raggiunge la cresta e solo alcuni arbusti difendono il sentiero da una discesa a picco su Gerosa e sul Santuario della Madonna della Foppa. Lo strapiombo ripaga solo in parte l’apprensione nello sporgersi con una vista e una sensazione di immensità, che è una prerogativa solo delle vette più alte delle Alpi. Lungo la costa, in località Sopra Corna m1194, lo scenario naturale cambia; i boschi di faggi si diradano e i prati prendono il sopravvento e il lavoro di vecchi mandriani appare ancor oggi nei mucchi di sassi accatastati vicino alla mulattiera, frutto dell’attenta pulizia dei pascoli e dei prati ingrassati con il letame, dal caratteristico e inconfondibile…profumo!.

GPS Tracker
Distanza km14.420 - Dislivello m653


























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