Galdino
e gli amici della UOEI
Quando Dio ebbe creato questa nazione, chiese a un suo abitante: "Che grazia vuoi?". Gli rispose senza alcuna esitazione: "Voglio del latte". E così fu. Dopo molti giorni, Dio passò ancora per lo stesso posto. Domandò: "E' almeno buono il latte?". "Il migliore del mondo" rispose. "Assaggiatene un pò". Dio gustò il latte. "Hai ragione: è veramente eccellente. Ora dimmi: vuoi qualche altra cosa?". "Sì " rispose, dopo un attimo di riflessione, sorridendo: "Voglio essere pagato quattro franchi per il latte che avete bevuto". Avete capito che …siamo in Svizzera.
Due sono le meraviglie che andiamo a vedere seguendo la Viamala del Reno: la chiesa di San Martino detta la “Cappella delle Alpi” e il fondo gola del Reno. La Sistina delle Alpi si trova a Zillis, villaggio dei Grigioni. La si ammira o con il naso all’insù o con l’aiuto di alcuni specchi che riflettono le splendide 153 tavole dipinte di cm90 circa di lato che compongono il più antico soffitto medievale dipinto a motivi figurativi. La prima chiesa di Zillis risale addirittura alla fine del V secolo, una datazione che ne fa una delle chiese più antiche della diocesi di Coira. Intorno al 1115 fu realizzato il celebre soffitto. In seguito alla riforma protestante, arrivata a Zillis tra il 1530 e il 1535, furono distrutte le pitture murali intonacando le pareti interne della navata. Per fortuna si salvarono il soffitto dipinto e anche il san Cristoforo affrescato intorno al 1330 sulla facciata. L’esame stilistico dei dipinti rivela la mano di tre artisti legati alla tradizione pittorica lombarda, ma purtroppo non vi è traccia delle loro personalità. Le tavolette sono di legno di cirmolo o di abete. Il soffitto è costruito secondo la concezione geografica medievale: le terre emerse sarebbero state circondate da un unico mare rappresentato nei pannelli con barche, mostri marini e sirene fiabesche e dove vediamo pure anticipata la scena di Giona. I pannelli centrali raccontano invece la vita di Gesù, di tre re e due donne e infine sette pannelli raccontano la storia del patrono della chiesa: san Martino. Non ci resta che lasciarci meravigliare e rimanere un po’ con il naso all’insù per scoprire le diverse tavolette che resistono da 900 e più anni… ne vale la pena.
Proseguendo la nostra escursione, tra prati “sfienati” o ancora fioriti e boschi di abeti, vortici e pozze d’acqua, ponti sotto i nostri piedi e sopra la nostra testa, gole e marmitte, strettoie e allargamenti, arriviamo in un luogo leggendario dove il fiume percorre la sua strada fra le pareti, l’acqua scivola lungo le rocce e la natura selvaggia cresce tutt’intorno: la Viamala Schlucht. Si accede al percorso panoramico scendendo i 359 gradini che conducono fino al cuore della gola. Attraverso una rampa a gradini scavata all’interno di una marmitta glaciale, scolpita nella roccia dall’acqua del Reno, si accede a una terrazza panoramica da cui è possibile ammirare da vicino l’impetuosità del fiume e il grosso masso erratico di roccia chiara. Ancora oggi non è chiaro come questo masso sia finito all’interno della gola. Guardalo bene: riesci a riconoscere un volto sorridente su di esso? Si accede poi a una galleria, da cui scivolano rigagnoli d’acqua che rinfrescano il viso, creando delicate cascatelle. Risalendo la scalinata, è possibile notare alcuni degli effetti disastrosi causati dall’inondazione del 1951: i gradini della precedente scala strappati dalla violenza dell’acqua sono oggi stati sostituiti da quelli in cemento armato. Per superare i circa m17 di dislivello, dal punto di partenza al fondo della gola, il Reno ha impiegato 10.000anni. Ogni gradino della rampa del tragitto corrisponde nella storia delle origini della Viamala ad un periodo di 80 anni.
Chiaramente, da quando lo svizzero si fece pagare il latte assaggiato, i suoi eredi si fanno pagare l’ingresso a tutte le loro “meraviglie”! Insomma, continuiamo a portare i nostri soldi …in Svizzera!
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