lunedì 3 giugno 2024

 Edoardo e Galdino
Alùra? Gh'è mia mal!


“Nella vita non esistono grandi misteri. I misteri non sono che segreti, e i segreti tornano sempre a galla attraverso le leggende. A volte basta un piccolo fatto per risalire alla verità che dalle leggende conduce alla Storia”. Tratto da LA STANZA DELLE MELE di Matteo Righetto - 2022 - Feltrinelli Editore

Abbiamo una montagna …di tempo ma una fretta …! Aspettando il solito temporale pomeridiano/serale, andiamo per …ginestre! La ginestra è una splendida pianta arbustiva che cresce spontanea, con una bellezza assicurata dai numerosi fiori gialli profumatissimi che in questo periodo ricoprono quasi completamente i suoi rami. Nel linguaggio dei fiori, la ginestra è simbolo di umiltà e modestia, in pratica è …la mia foto!. Aggiungiamo al giallo una bella spruzzata di bianco dei tronchi delle betulle …cromaticamente …troppo bello! Partiamo poco sopra Vendrogno, paese dell’alta Valsassina posto ai piedi del Monte Muggio. Posteggiamo al tornante caratterizzato da una scalinata. La seguiamo tagliando per il bosco, e in pochissimo tempo ci conduce al rifugio San Grato sull’omonimo colle. Prendendo il sentiero panoramico al suo fianco, arriviamo a uno splendido balcone naturale sul Lago di Como, dove svettano una croce in ricordo ai caduti di tutte le guerre e il piccolo Oratorio di San Grato confessore, vescovo di Aosta del V secolo. Vive della leggenda dei fratelli eremiti del Lario, facendo parte del circuito di torri di avvistamento dislocate sulle pendici dei monti affacciati sul lago. Non si conosce l’anno di edificazione della chiesa (1400?). La più antica testimonianza dell’esistenza della chiesa compare già nel 1571. Nel testo si legge che “sopra il monte detto Muggio vi sono fabbricate due chiesuole, uno di santo Ulderico da loro goffi Gualdrico detto […] l’altra dedicata a san Grato Confessore“. Procedendo salisali nel bosco, si arriva abbastanza rapidamente all’abitato dell’Alpe di Busè con alcune caratteristiche baite e case di pietra splendidamente recuperate. Il sentiero prosegue in saliscendi prima in una faggeta e poi ancora in un castagneto, fino all’ultima salita finale che ci porta a Camaggiore. Qualche mezza dozzina di case intorno alla trattoria (rifugio Ragno), luogo ideale per una bella mangiata. Qui sorge la Chiesetta di San Girolamo, costruita attorno al 1500. Anche la figura di San Girolamo è legata alla vicenda dei sette fratelli eremiti del Lario: probabilmente era il fratello minore. Davanti ad essa, è posta la seconda croce della giornata con, a mio modestissimo parere, la vista più spettacolare sul Lario e sulla Grigna Settentrionale. Penso che solo un’altra veduta sia più bella di quella di oggi: Camaggiore …in veste autunnale! La leggenda vuole che San Sfirio, il più anziano dei sette fratelli, scelse la vetta del Legnoncino; San Calimero andò sopra Pasturo; Sant'Ulderico si trova sulle pendici settentrionali del monte Muggio; San Grato in Val Muggiasca; San Fedele in un bosco poco lontano da Casargo; San Defendente nella zona fra Esino Lario e Perledo. Solamente Santa Margherita, unica sorella (secondo alcuni è la giovane salvata da San Giorgio nella lotta con il drago), si fermò in un luogo pianeggiante della valle, a Casargo, per recarsi a visitare ciascuno dei fratelli nelle rispettive località.


































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