giovedì 21 maggio 2015

S. MARIA ASSUNTA - LOCATELLO
4.GLI ALTARI LATERALI


   Scendiamo dal presbiterio e esaminiamo i quattro altari laterali, due per parete. Sono progettati da Luigi Angelini, come altari importanti ed eleganti. Le colonne sono fatte di marmo e trovare allora il pezzo unico per realizzarle costava un’ “ira di Dio”. Per limitare la spesa le altre parti, laterali e posteriori, sono in stucco decorato.
La Chiesa cattolica considera l'altare il simbolo stesso di Cristo: per questo il sacerdote lo bacia e lo incensa in segno di venerazione in particolari momenti delle celebrazioni liturgiche. Rappresenta, inoltre, sia la mensa dell'Ultima cena che il patibolo della Croce, sul quale Cristo immolò se stesso.

L’altare con la statua della Madonna Assunta, la nostra patrona, che viene portata in processione solenne il 15 agosto. E’ una Madonna Assunta ragazzina, giovanissima, con un volto d’adolescente.  E’ molto intrigante: un po’ come il Michelangelo, che nella  sua Pietà, scolpisce una Madonna quindicenne-sedicenne che regge il Cristo morto, che sembra più vecchio di lei. L’artista è Angelo Gritti, uno scultore bergamasco molto bravo: sembra una statua uguale a tutte le altre, ma con delle novità  nei panneggi.
La Madonna viene generalmente raffigurata con ornamenti azzurri e bianchi, i colori che vennero stabiliti dall’Autorità Ecclesiastica nel XVI secolo. Il pittore spagnolo Francisco Pachego suggerì di rappresentare Maria come una bella giovinetta, con falce lunare, simbolo della castità, sotto i piedi e vestita di una tunica bianca con un mantello azzurro. L’arte ha poi concepito parecchi esempi a questo riguardo.

L’altare con la statua di S. Giuseppe. Bellissimo l’abbraccio tra lui e Gesù. Essendo Padre putativo,  lo sposo di Maria e il capo della “Sacra famiglia”, non fu certamente un assente. È vero, fu molto silenzioso e poco “pubblicizzato” nei testi dei Vangeli, ma fino ai trent’anni di vita del Messia, fu sempre accanto al figliolo con fede, obbedienza e disponibilità ad accettare i piani di Dio.
Cominciò a scaldarlo nella povera culla della stalla, lo mise in salvo in Egitto quando fu necessario, si preoccupò nel cercarlo allorché dodicenne era “sparito" nel tempio, lo ebbe con sé nel lavoro di falegname, lo aiutò con Maria a crescere “…in sapienza, età e grazia”.

L’altare con la Madonna quattrocentesca in legno, piccolina ma fatta benissimo. Sicuramente le due corone sono state realizzate in occasione di qualche particolare ricorrenza. L’anno in cui si facevano le incoronate o incoronazioni diventava “anno santo”, con tutte le intercessioni per ottenere un’indulgenza. Sicuramente in un periodo successivo alla statua, tutto l'altare fu ornato con delle decorazioni, che sono strettamente legate alla Madonna: la rosa, il cuore trafitto, il monogramma Maria che diventa M A RIA proprio come un disegno o un marchio.
Gli stucchi e le decorazioni di questi altari sono realizzati da Elia Ajolfi, figlio di un provetto stuccatore, abilissimo nel modellare: le sue sculture sono una cosa assolutamente strepitosa.

L’altare con la statua di S. Luigi Gonzaga. Generalmente è raffigurato con il giglio simbolo della purezza, il flagello a ricordo della sua vita austera e nel classico atto di contemplare il crocefisso.
Si dedicò agli umili e agli ammalati, distinguendosi soprattutto durante l'epidemia di peste nel 1590, che seminò morte in tutta  Roma:  abbatte in quindici mesi tre Papi, uno dopo l’altro (Sisto V, Urbano VII, Gregorio XIV) e migliaia di persone. Trovato in strada un appestato in abbandono, si prodigò per soccorrerlo: se lo carica in spalla, lo porta in ospedale, incaricandosi di curarlo. Poi torna a casa, ma la sua fragile salute non resistette a questo eccesso di carità: pochi giorni dopo muore.
Se guardiamo l’abito, le pieghe, i pizzi, quella pieghina che diventa un po’ più articolata rispetto alle altre, occorre convincersi che bisogna essere veramente bravi a fare un lavoro del genere, perché non è per niente facile.
Sul bordo dell’altare la scritta in color rosso sangue “viris qui pro patria accubuerunt 1915-1918” in ricordo dei caduti della 1A guerra mondiale.


 

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