sabato 23 maggio 2015

S. MARIA ASSUNTA - LOCATELLO
7. LA CHIESINA CON LA GROTTA DELLA MADONNA DI LOURDES

  Apriamo la porta ed entriamo nella Chiesina con la grotta della Madonna di Lourdes. Alle pareti le sole fotografie di due capolavori che hanno abbellito la nostra Chiesa e che oggi, purtroppo, non sono più presenti.



Per ben oltre cinque secoli, la Chiesa di S. Maria Assunta in Locatello ha custodito un piccolo capolavoro dell’oreficeria bergamasca del 1300: una croce astile (simile a quella da altare ma, invece di avere una base, è fissata ad un'asta decorata o dipinta ed è alta circa due metri) opera di Ugo Lorenzoni detto Ughetto da Vertova. Quando si è voluto questa grande Chiesa e sono cominciati i lavori, si ipotizza, che ci si sia ritrovati in ristrettezze economiche, nonostante gli abitanti di Locatello avessero sovvenzionato fortemente la costruzione, perché la sentivano loro. La croce fu venduta, con tutte le approvazioni del vescovo, dell’economo e della curia, nel 1873 all’antiquario romano Castellani; è ora esposta al “Victoria and Albert Museum” di Londra. Lo storico A. Pineti così descrive la preziosa croce: ”…l’asta e le braccia sono ricoperte in ambedue i lati da lamine d’argento dorato a traforo di circoli su un fondo di smalto traslucido, in gran parte guasto, del quale nella croce a Londra si sono conservati dei resti azzurri e verdi. Lungo i margini esterni delle braccia e delle formelle di queste, in luogo delle palline o piccole sfere quali si riscontrano in molte croce italiane, ci sono guarnizioni di pigne fiorite inguainate in foglie eleganti”. I bracci della croce hanno delle decorazioni che simulano le venature del legno: veramente un artista straordinario! Presenta nelle due facciate vari rilievi raffiguranti la Vergine, San Giovanni, Sant’Alessandro a cavallo, Cristo assiso in trono, i quattro Evangelisti, Santa Grata. Ughetto da Vertova era un orafo, un lavoratore del metallo, un fonditore e scultore che ha realizzato due croci, autentici capolavori, unici in tutta la bergamasca. Attraverso l’immagine della croce di Locatello, possiamo capire come fosse il Cristo originale della croce del Duomo in Città Alta, perché quest’ultima è stata rimaneggiata.  
Due turisti di Bergamo, che sono andati al “Victoria and Albert Museum di Londra”, hanno chiesto di vedere la croce di Ughetto ma… sorpresa… non la conosceva nessuno. Per forza! La chiameranno in chissà quale altro modo: Italia, 14° secolo,… Se non si ha la fortuna di capitare nella sala giusta…


Il trittico di Giovanni Busi detto il Cariani (Fuipiano al Brembo 1485–Venezia 1547) è un'unica opera pittorica divisa in tre parti,  congiunte da cerniere laterali, realizzata dal 1528 al 1530. Queste forme d’arte esisteranno fino al 1400-1500: li “demolisce” Lorenzo Lotto (Venezia 1480–Loreto 1556/1557), pittore tra i principali esponenti del Rinascimento veneziano. Il Cariani giunge a Bergamo e gli commissionano la pala dell'altare per la chiesa di s. Stefano, che oggi è s. Bartolomeo, in cima al Sentierone (un largo viale alberato fiancheggiato da portici e lastricato in pietra, realizzato dai mercanti bergamaschi nel 1620). Nei trittici (tre pezzi) e nei  polittici (più pezzi) i santi non avevano un rapporto tra di loro, non avevano un rapporto con la Madonna o con il santo che stava nel mezzo: sono delle figure che non hanno legame tra di loro. Lorenzo Lotto crea un legame straordinario di sguardi, di atteggiamenti, di gesti, legando tutti i personaggi tra di loro o attraverso i personaggi stessi o attraverso il comune legame con il personaggio centrale. Crea cosi un’opera di una bellezza e di una novità devastante. Al centro s. Caterina di Alessandria (olio su tela, cm. 136x66) riconoscibile dalla ruota. Sarebbe stata martirizzata inserendola in una ruota obbrobriosa, costituita da due ruote che giravano una da una parte e l’altra dalla parte opposta. All'interno c'erano degli spuntoni di ferro per cui, imprigionata in mezzo con la ruota che girava, la santa veniva smembrata. In realtà non è morta cosi perché, nel momento in cui l’hanno inserita nella ruota,  miracolosamente questa macchina è esplosa e ha ucciso tutti i carnefici. E’ stata liberata e uccisa qualche giorno dopo per decapitazione. Solitamente è raffigurata con una corona perché era una principessa. Alla sua sinistra s. Stefano (olio su tela, cm. 133x49) con i sassi e vestito  con la dalmatica. Alla sua destra s. Giacomo Maggiore (olio su tela, cm. 134x66), quello di Santiago di Compostela. Santiago vuol dire s. Giacomo: da non confondere con un altro apostolo, s. Giacomo minore. Le due tavole di s. Caterina e s. Stefano sono alla Pinacoteca dell’Accademia Carrara di Bergamo; mentre la terza, s. Giacomo, è in una collezione privata a Monaco di Baviera.

  Guardiamo con stupore, mescolato a meraviglia, la nostra coloratissima Grotta della Madonna di Lourdes; in uno scenario suggestivo composto da tante piccole stalattiti in una volta di roccia lavica, ci concediamo un minuto di raccoglimento per recitare un’Ave Maria. 

Nessun commento:

Posta un commento